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«Accendete una candela per Gabriele». Lo strazio dei genitori del cuoco ucciso in Olanda

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Una candela in chiesa per Gabriele. Lo chiede la mamma del giovane ucciso da un’auto pirata mentre tornava a casa dal lavoro.

Gabriele Barbini, 27 anni di San Donà, faceva il cuoco in un ristorante centrale di Rotterdam. Sul Warande, una delle principali arterie della città, era in sella alla sua bicicletta quando ha attraversato sulle strisce pedonali ed è stato travolto da un’auto a gran velocità, poi fuggita.

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La polizia di Rotterdam si è messa subito all’inseguimento e ha individuato l’auto e le due persone che si trovavano all’interno, fermate mentre fuggivano a piedi e arrestate. Saranno ora processati per direttissima nel Tribunale della città olandese.

I genitori di Gabriele, Alessandro Barbini e Simona Paglioni, sono arrivati lunedì mattina a Rotterdam dopo un lungo ed estenuante viaggio in aereo, partiti domenica nel pomeriggio dopo che i carabinieri di San Donà, contattati dal consolato italiano, li hanno informati della tragica morte del figlio.

Un momento di immenso dolore che ha coinvolto i tanti amici della famiglia subito accorsi a casa del giovane.

Garbiele lavorava da alcuni anni a Rotterdam in un ristorante e prima era stato anche in Francia a Lione. Dopo il diploma all’istituto alberghiero aveva subito iniziato a lavorare in locali prestigiosi. Apprezzato da tutti, si stava facendo largo nel mondo della ristorazione internazionale.

«Accendete una candela in chiesa per Gabriele», ha avuto appena la forza di dire mamma Simona lunedì, contattata appena arrivata a Rotterdam. Il marito Alessandro Barbini, sempre con lei, ha avuto un primo colloquio con la polizia olandese. Ma prima hanno visto la salma di loro figlio ricomposta in obitorio in quello che è stato il momento più difficile. Ha riportato un trauma alla testa in sede parietale con evidente ematoma.

«Stiamo vivendo un dolore immenso», ha aggiunto papà Alessandro, «dopo aver espletato le varie pratiche torneremo a San Donà, per ora ringraziamo tutti quanti ci sono vicini. Sappiamo che la polizia ha arrestato due persone e che saranno processate a breve per ciò che hanno fatto. Nostro figlio tornava da lavoro come ogni sera verso la mezzanotte, in bici e stava attraversando sulle strisce pedonali, non sappiamo altro per il momento».

L’impresa funebre di Andrea Bustreo è stata contattata per il rimpatrio della salma e partirà a giorni.

I genitori, nel frattempo, dovrebbero rientrare tra martedì e mercoledì, mentre per il fine settimana potrebbe essere fissato il funerale nel duomo cittadino.

La famiglia Barbini è molto conosciuta a San Donà. Papà Alessandro, che ha lavorato per anni in Alitalia, è anche un musicista, apprezzato chitarrista e cantante. Aveva conosciuto la moglie, originaria di Roma, quando entrambi lavoravano per l’ex compagnia di bandiera e poi hanno cresciuto a San Donà la loro famiglia, i due figli Gabriele, il più grande, e Giovanni che ha 25 anni, tanto legato al fratello maggiore.

Molti gli amici che sono accorsi nella loro casa in via Battisti domenica pomeriggio, per cercare di confortarli prima della partenza per Rotterdam.

«È stato un momento straziante per tutti», hanno detto, «Sandro e Simona sono grandi amici di tutti noi e la loro famiglia è molto unita. La morte di Gabriele è un lutto per tutti e ha sconvolto la città per le circostanze tragiche in cui è avvenuta».