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Al comando dopo tre giornate, l’Udinese non era mai partita così forte

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UDINE. Primato storico. Anche se è meglio non illudersi, bisogna sottolinearlo. Mai l’Udinese si è ritrovata in vetta in Serie A nell’era dei 3 punti alla terza giornata come adesso, con Kosta Runjaic sulla panchina. Se, come ha dichiarato Gino Pozzo in avvio di stagione, il tecnico tedesco è arrivato per una svolta dopo anni di “sonnolenza” e patimenti – vedi la salvezza conquistata lo scorso maggio nell’ultimo quarto d’ora dell’ultima partita –, il segnale è incoraggiante.

Anche se la truppa bianconera , che domenica sera ha fatto giustamente festa all’interno dello spogliatoio assieme a Gian Paolo Pozzo (come si può vedere in una foto che circola sui social, condivisa per primo dal “grande assente” Alexis Sanchez), dovrà crescere ancora molto per cercare di mantenersi in quota e mandare in scena un campionato ricco di soddisfazioni. L’ha riconosciuto, con grande onestà, lo stesso Runjaic.

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Paragone

Quella della stagione 2000-2001 con Gigi De Canio al timone fu un’altra partenza da ricordare, tanto che dopo cinque giornate l’Udinese si ritrovò lassù dopo aver battuto Brescia, Inter, Juventus e Lecce, pareggiando solo con il Verona. 13 punti di bottino che, tuttavia, dopo le prime tre giornate, complice l’1-1 del Bentegodi, non fu sufficiente per il primato dopo tre giornate, visto che la Roma era imbattuta a quota 9. I bianconeri sfruttarono la preparazione anticipata per disputare la Coppa Intertoto, vinta in piena estate per accedere al tabellone principale della Coppa Uefa, dalla quale uscirono di scena a novembre, perdendo 3-0 a Salonicco contro il Paok.

Da quel momento tutta una serie di passi falsi che portarono all’esonero del tecnico di Matera nel successivo marzo, quando arrivò per la prima volta l’attuale ct azzurro, Luciano Spalletti, per l’operazione salvezza, ottenuta in volata con 38 punti.

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Tempi recenti

Anche nel torneo 2021-’22 l’Udinese non partì male, tutt’altro. Dopo tre giornate, con Luca Gotti in panchina, aveva 7 punti, frutto del pareggio interno con la Juventus e dei successi contro Venezia e Spezia. In classifica, però, quella squadra si trovò solo al quarto posto, a pari merito con l’Inter e alle spalle con Roma, Napoli e Milan, a punteggio pieno. Gotti chiuse con una salvezza tranquilla al 12º posto con 47 punti.

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Quelli di Sottil nel campionato successivo furono addirittura 52, dopo un altro sprint memorabile che portò i bianconeri al terzo posto dopo otto turni, nonostante la sconfitta all’esordio a San Siro con il Milan e lo scialbo pareggio interno con la Salernitana nelle prime due giornate. Dieci anni fa, partì bene anche Stramaccioni che vinse la prima con l’Empoli, ma poi finì ko contro la Juventus, e quindi non conservò la vetta dopo tre turni, nonostante i successivi tre punti con il Napoli, ai quali ne aggiunse altre sei con Lazio e Parma. Nel girone di ritorno la flessione: concluse la sua unica stagione in Friuli al 16º posto con 41 punti.

Amarcord

D’altra parte il campionato è considerato una maratona e le partenze sprint non sono una garanzia di successo. Anzi. Francesco Guidolin nella prima stagione dopo il ritorno, nella Serie A 2010-’11, con Sanchez e Inler in rosa, chiuse quarto con 66 punti per andare a giocarsi i preliminari di Chanpions, ma cominciò malissimo: quattro sconfitte nelle prime quattro giornate con Genoa, Inter, Juventus e Bologna, poi uno 0-0 con la Samp e l’1-0 col Cesena. L’anno dopo, invece, partì alla grande: vinse con Lecce e Fiorentina e pareggiò con il Milan. 7 punti, ma in testa alla classifica c’era il Napoli.

Chiuse terzo con 64 punti. Stesso piazzamento storico ottenuto da Alberto Zaccheroni nella stagione 1997-’98 con lo stesso bottino.

Diverso l’avvio, in particolare la prima, una sconfitta al Friuli contro la Fiorentina di Malesani e, soprattutto, di uno scatenato Batistuta. Senza sconfitte, invece, la partenza di Spalletti nell’anno della Champions, 2004-’05, ma nelle prime tre giornate furono addirittura due gli 0-0 in trasferta, contro avversarie tutt’altro che irresistibili, come Reggina e Chievo; in casa rifilò un secco 4-0 al Parma, poi perse con Brescia, Juventus e Inter, ma nel girone di ritorno quella Udinese incantò. Alla faccia della partenza preoccupante.