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Сентябрь
2024

Repubblica vuole cancellare pure Tex Willer: “Eroe di un genocidio. Simbolo di mascolinità tossica”

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Uno speciale di Repubblica dedicato ai cowboys, miti del West da ridimensionare e addirittura da esorcizzare con addirittura un atto d’accusa contro Tex Willer. L’eroe dei fumetti nato dalla matita di Aurelio Galeppini e dalla penna di Gianluigi Bonelli viene demolito minuziosamente, in pieno delirio woke.

Carlo Pizzati prima confessa il peccato di gioventù, le letture di Tex Willer, poi demolisce il suo mito, in un rito da psicomagia alla Jodorowsky. «Sono un fan di tutta questa narrativa», scrive. «Perché? Anche a causa di certe lezioni di mascolinità tossica e di intensa autosufficienza, un equilibrio e una sicurezza in sé che molti uomini e ragazzi della mia generazione hanno sempre trovato magnetici ed esemplari, per quanto ridicola possa apparire questa nostra passione macho, a un esame contemporaneo».

La Verità smonta il delirio woke di Repubblica contro Tex Willer

«Chi è nato tra gli anni Sessanta e Ottanta è cresciuto con Tex Willer e i film western. Una cultura basata sulla superiorità del salvatore bianco tra i selvaggi dalla pelle scura. Possibile che la propaganda ci abbia fatto amare un genocidio? Sì. E vi spieghiamo come». Per Repubblica, “una narrazione che ha instaurato il prototipo del cowboy come eroe nelle nostre menti, insinuando nella mentalità occidentale una certa superiorità del “salvatore bianco tra i selvaggi dalla pelle scura”. E ancora: “Sono caduto in molti tranelli del Vecchio West quand’ero piccolo, credendo in tanti miti abilmente fabbricati da Hollywood e dalla macchina culturale europea”.

Come osserva lucidamente Francesco Borgonovo su La Verità, che dedica al delirio woke di Repubblica un’intera pagina: “Non sfuggirà – scrive il vicedirettore de La Verità – che in Italia fu soprattutto la destra – anche «estrema» come si suole dire – a recuperare nel proprio racconto politico i coraggiosi guerrieri che si opposero agli yankee, simboli della resistenza autoctona all’occupante straniero, baluardi di tradizione destinati a essere sconfitti ma pronti eroicamente a morire per sfidare le orde bianche della modernità. I colleghi progressisti avrebbero potuto condire il vasto servizio con una bella intervista sul tema a Ignazio La Russa, la cui simpatia per i capi tribù è fin troppo nota”. Inutile aggiungere, per i lettori di Tex, che il nostro eroe dagli indiani è chiamato Aquila della notte e ha sposato un’indiana e uno dei suoi fidati pard è il navajo Tiger Jack. Senza dimenticare che, pochi anni fa, una sontuosa raccolta a fumetti di Tex a colori era allegata al quotidiano. Una cosa è certa: nel delirio woke di Repubblica non gli sarà facile impallinare Tex.

 

 

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