Go!2025, l’attesa oltreconfine tra dubbi e speranze
L’erba del vicino, per definizione, è sempre più verde. Anche per quanto riguarda la Capitale europea della Cultura. E così, a sentire molti goriziani, tutto (o quasi) quel che accade “da noi” è male e quel che accade “da loro” è bene. Al di là del fatto che l’ottica di Go! 2025 non prevede ovviamente bipartizioni in “noi” e “loro”, trattandosi di una Capitale congiunta, a far un giro, una semplice passeggiata, nella città slovena, si può sfatare più di qualche luogo comune. In altre parole, pure a Nova Gorica le incertezze ci sono.
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Inaugurazione imminente
E sì che ormai manca poco, visto che l’inaugurazione è da tempo fissata per l’8 febbraio, un sabato. C’è da muoversi. Intanto, però, non si vedono migliaia di bandiere a inneggiare a Go! 2025 né altrettanti manifesti a fomentare l’attesa né aiuole fiorite o altri simboli a ricordare che, tra pochi mesi, si apre un momento epocale, un coronamento di un percorso cominciato da tempo e che, il 18 dicembre 2020, in piazza Transalpina, in piena era Covid, si è formalizzato con la nomina di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura.
A entrare in qualche negozio, a dialogare con qualche passante di Go! 2025, qualcuno cade dalle nuvole, qualcun altro non è minimamente interessato all’argomento. In compenso, c’è pure chi nutre “grandi speranze” per dirla con il romanzo di Charles Dickens. Non tutti la pensano alla stessa maniera. E, quel che pensano, lo dicono. Si chiama democrazia.
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Mai citata
Nike Rakuša ha 18 anni: è di Salcano e studia a Lubiana, dove la Capitale europea della Cultura non la sente nemmeno citare: Lubiana, tra l’altro, era in lizza per il titolo assieme a Kranj, Pirano, Lendava, Ptuj e, naturalmente, a Nova Gorica. Alla fine, sappiamo chi l’ha spuntata. «Certo, sento parlare di Go! 2025, ma, a dire il vero, non molto e non vedo fino a questo momento tante iniziative legate alla Capitale Europea della Cultura. Però, questo riconoscimento costituisce una splendida opportunità» racconta Nike con l’entusiasmo dei suoi 18 anni.
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Disagi per i cantieri
Decisamente diversa, la sua opinione, rispetto a quella di Jorge Gonzalez, esempio di transfrontaliero perfetto: storia interessante, la sua. Risiede a Gorizia dalla fine del 2020, ma lavora alla biblioteca France Bevk di Nova Gorica. È di origini argentine. «Ci sono molti cantieri in entrambe le città: diventeranno bellissime; per ora i disagi sono notevoli – afferma Jorge –. Sulla carta Go! 2025 è una bella occasione, ma poi occorrerà valutarne i risultati: saranno duraturi? Prendiamo le Olimpiadi: si investe un sacco di soldi per due settimane che riescono splendidamente, ma poi cosa rimane?». Lo scopriremo solo vivendo e, per capirlo, stavolta non serve scomodare Dickens: è sufficiente Mogol-Battisti.
Più concerti
«Al momento, non sento molto parlare di Go! 2025 – racconta invece Tilen Isakoski –. Personalmente, vorrei più concerti, ma sembra che soltanto Gorizia possa accogliere eventi per migliaia e migliaia di spettatori. Comunque, questa nomina è senz’altro un’ottima cosa: lo dimostrano i tanti cantieri». Sul punto, però, il suo giudizio è diverso da quello di Jorge: è più positivo. «Da anni non si vedevano così tanti lavori in corso. É un bene – aggiunge –, ma con queste risorse sarebbe anche possibile costruire appartamenti, specie per le nuove generazioni: sì, di appartamenti non ce ne sono tanti e i loro prezzi sono alti».
Prezzi simili
Le parole di Tilen permettono di sfatare un altro luogo comune: che a Nova Gorica i prezzi siano più bassi che a Gorizia, ennesimo stereotipo che fa fatica a morire: il mondo è cambiato, le differenze tra le due città si sono livellate. In fondo, quanti venivano “da noi” a far acquisti, tornando a casa con le borse piene di jeans e magliette, e quanti vengono ora con lo stesso obiettivo? E quanti di noi andavano “da loro” e quanti, ora, continuano a farlo?
Il discorso riguarda i cambiamenti politici che hanno determinato effetti economici, sociologici e chi più ne ha più ne metta. Di sicuro, nell’affrontare il tema Capitale europea della Cultura non si può trascurare che il mondo di oggi non è più quello di ieri.
Giornalisti da tutta Europa
«Si sente molto parlare di Go! 2025 e sono in tanti a chiedere informazioni a riguardo. Accogliamo anche giornalisti da tutta Europa, interessati a saperne di più, a documentarsi» dichiara Sonja Mužina dell’Ufficio turistico di Nova Gorica. Sarà un grande appuntamento? «Lo spero – risponde Sonja –. Intanto, vedo tanta gente in città, più che negli anni scorsi: non so con certezza quanti arrivano qui sull’onda di quel che accadrà l’anno prossimo. Noi siamo stati a Berlino a presentare la Capitale e in ottobre parteciperemo alla Ttg Travel Experience di Rimini». La marcia di avvicinamento, insomma, continua.
Scambio linguistico
Un problema vero è quello che evidenzia Tomi Bostjančič del Beauty Point: «Di Go!2025 si parla, ma non c’è ancora un programma dettagliato: quindi, non sappiamo di preciso cosa dobbiamo attenderci». Poi, Tomi aggiunge: «Sono stati ricevuti molti contributi e questo è un bene, come è un bene l’integrazione tra Gorizia e Nova Gorica: assieme, formiamo una città comune, unica. Possiamo andare liberamente da una parte all’altra del confine sentendoci sempre a casa». Bostjančič, che è di Šempeter Vrtojba, conclude con un’altra osservazione: «Noi abbiamo imparato l’italiano grazie alla vostra Tv, ma ora anche molti italiani, specie dopo i 40 anni, stanno iniziando a imparare lo sloveno». D’accordo, ma sono ancora pochi i goriziani che sanno la lingua del vicino di casa. Dopo tutto, anche le nuove generazioni di sloveni non parlano bene l’italiano come i loro genitori.
I benefici per il commercio
E c’è poi da fare un altro discorso. Quanti benefici sta portando Go! 2025 alle attività commerciali? «La Capitale europea della Cultura è senza dubbio una buona opportunità, ma non credo che tutti, a Nova Gorica, la vedano come me – commenta Anja del Fabrika, nel centro della città slovena –. Certamente, le speranze ci sono e l’impegno dietro a questo evento lo si vede assai bene, anche se alcune iniziative sono più pubblicizzate, altre meno. Comunque, Go!2025 non ci sta portando un incremento in termini di clienti».
Più turisti e meno eventi
«Ci sono più turisti del 2023, ma anche meno concerti, meno eventi rispetto a 6-7 anni fa» riferisce poi, drasticamente, un’altra Anja: lavora nel negozio Sport Vision del centro commerciale Supernova, quello che molti goriziani chiamano ancora Qlandia. «Di Go! 2025 ho sentito parlare poco o nulla, anche se forse sarà una buona opportunità, l’occasione per fare qualche iniziativa in più. Ma, in tutta onestà, non è un tema che mi interessa».
Un progetto per la comunità
Decisamente più coinvolta, invece, pare Janja, che vive a Branik (Rifembergo) ma lavora pure lei al Supernova, precisamente al Takko Fashion: «Go! 2025 mi sembra un ottimo progetto per la comunità, un magnifico modo per farci conoscere nel mondo grazie a un’adeguata attività in termini di comunicazione e promozione, oltre a essere un bellissimo strumento per unirci, per fare iniziative assieme. E sicuramente, gli investimenti che si stanno facendo grazie a Go! 2025 si vedono, come nel caso della passerella ciclopedonale sull’Isonzo, a Salcano. Più clienti, per ora, non ne ho, ma resta il fatto che la mia idea riguardo alla Capitale europa della Cultura è molto positiva».
Sempre all’interno dello stesso centro commerciale, «Andiamo a qualche concerto, ma per il resto il mondo della cultura non ci interessa molto, non frequentiamo i musei – dicono Aleksandra Harča e Viki Trojer del negozio Calzedonia –. Di Go! 2025, sentiamo parlare per esempio su Instagram, su Radio Robin. Sì, la riteniamo una bella opportunità. Il turismo? È a un discreto livello. Come ogni anno».
Panorama variegato
A raccogliere qua e là le opinioni dei cittadini di Nova Gorica, il panorama, l’affresco, è composito, variegato. Al Supernova, riguardo a Go! 2025, «Mi spiace, sono di Reggio Emilia» risponde un cliente, forse giunto da queste parti per una vacanza o chissà per quale altro motivo. «Sono di Monfalcone» invece, risponde un altro, mentre in tanti preferiscono non esprimersi.
«Sì, per la Capitale europea della Cultura si fanno concerti, spettacoli, ma non ne sento molto parlare. Ma il vero problema è che qui i prezzi sono sempre più alti. Tanti sloveni, ormai, vanno a far gli acquisti a Gorizia, più che in passato, mentre da noi, in passato, venivano più italiani» racconta Tatjana dello stand Pandora, interno al Supernova, altra preziosa voce di un complesso mosaico