“La presunta consigliera di Sangiuliano in copia nelle mail sulla sicurezza del G7”. Il Pd attacca: “Se verificata è una grave falla”
Nomina sì o nomina no? E, soprattutto, è stata messa a rischio la sicurezza del G7? Il “caso” di Maria Rosaria Boccia, con la presunta nomina della 41enne a consigliera del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano assume contorni sempre più misteriosi che necessitano, come ha ribadito Irene Manzi, capogruppo democratica in commissione Cultura della Camera, in una nota, di risposte.
Secondo le ultime indiscrezioni, rivelate da La Stampa, anche a Palazzo Chigi le acque si stanno agitando, tanto che dalla presidenza del consiglio dei ministri avrebbero chiesto al ministro della Cultura una relazione scritta sulla vicenda. Boccia, infatti, ha dichiarato di essere stata nominata dal ministero di Sangiuliano come “consigliera per i grandi eventi”, ma dal ministero smentiscono che ciò sia mai avvenuto e, anzi, ora prendono le distanze dalla 41enne che nei mesi scorsi non ha nascosto la propria vicinanza all’entourage del ministro, diffondendo foto di incontri e meeting. Boccia ha partecipato, in particolare, all’organizzazione della serata di gala del prossimo G7 della Cultura, prevista per il 20 settembre a Pompei e anche ad una riunione in Comune tra Sangiuliano e il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio. Ma non solo. Secondo quanto riporta il quotidiano torinese, Boccia sarebbe stata messa in copia anche in delle mail organizzative scambiate tra i dirigenti del ministero e quelli del parco archeologico di Pompei per organizzare il summit. Anche in almeno una, che La Stampa ha verificato, del 5 giugno in cui sono state comunicate questioni più sensibili, come quelle riguardanti la sicurezza, gli accessi e gli spostamenti dei ministri del G7.
“È vero che il gabinetto del ministro della Cultura ha condiviso informazioni riservate relative all’organizzazione del prossimo G7 Cultura con persone esterne all’amministrazione?”, chiede la deputata del Pd in una nota. “Se la notizia fosse confermata – e inseriremo anche questo aspetto nella nostra interrogazione parlamentare sul caso – saremmo davanti a una grave falla del sistema di sicurezza di un importante appuntamento internazionale. Peraltro – insiste Manzi – l’accesso a quelle informazioni, che il Mic attraverso il suo capo di gabinetto e il consigliere diplomatico è tenuto a condividere con il cerimoniale di Stato e con le forze di polizia, potrebbero determinare anche vantaggi per soggetti senza alcun vincolo di riservatezza con lo stato italiano. Perché Sangiuliano ancora non chiarisce i contorni di questa opaca vicenda? Non può farlo? Per qualche ragione un ministro della repubblica italiana si trova sotto ricatto?”.
Intanto dal ministero continuano a smentire con forza qualsiasi suo coinvolgimento, anche come consulente esterna, tanto da definirla, per bocca dello stesso capo ufficio stampa del ministro, Andrea Petrella, come una che vuole “accreditarsi”. Ma Boccia non ci sta e, se le foto pubblicate negli ultimi mesi sempre al seguito del ministro non dovessero bastare, per avvalorare la sua posizione, la 41enne ha condiviso sui social anche screen con le presunte chat con lo stesso Petrella e quelli in cui si vede (a meno che non si tratti di screenshot modificati) che viene rimossa, sempre da Petrella, dai gruppi WhatsApp per il monitoraggio e i social legati a Sangiuliano.
E il ministro? Al momento è rimasto in silenzio. Ma quel che è certo è che le opposizioni sono pronte a dare battaglia.
Foto Facebook Maria Rosaria Boccia
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