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Август
2024

Il ricordo dei pompieri morti all’Incoronata: dopo 17 anni strage ancora senza colpevoli

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SEBENICO Un intervento di spegnimento di routine, un po’ di erba e macchia andate a fuoco, giusto un allenamento. Invece quel 30 agosto del 2007 quell’intervento che sembrava di ordinaria amministrazione si tramutò nella più grande tragedia per i vigili del fuoco croati in tempo di pace: 12 pompieri di Sebenico e dintorni persero la vita, di cui 6 nel luogo del rogo, l’insenatura Vrulje, nell’isola Incoronata, la maggiore del rinomato arcipelago dalmata. Gli altri 6 sarebbero periti uno o più giorni dopo in vari ospedali. Sopravvisse un solo vigile del fuoco, Frane Lucic, che da allora reca su tutto il corpo i segni delle terribili ustioni.

Ieri la cerimonia commemorativa a cui hanno partecipato esponenti di governo, parlamento, presidente della Repubblica, familiari, parenti e amici. Sin dal primo momento tutta la vicenda ha presentato dei lati oscuri, non comprensibili a chi perse i propri cari e all’opinione pubblica. La domanda ricorrente è: come mai accadde una simile strage in un posto dove l’erba e la macchia mediterranea sono alquanto basse e non vi dovrebbe essere spazio per particolari insidie?

L’unico a finire in tribunale fu l’allora comandante dei vigili del fuoco del Sebenzano, Dražen Slavica, assolto da ogni accusa qualche anno più tardi dopo avere passato un calvario in aula giudiziaria.

Insomma, il massacro dell’Incoronata non ha alcun colpevole, responsabilità zero, mentre sono ancora in tanti a chiedersi come fu possibile. Si è detto per anni che le fiamme – favorite dal vento che soffiava quel 30 agosto di 17 anni fa – sarebbero state alimentate a dismisura da una presunta fuga di carburante da un elicottero giunto in soccorso di quegli sventurati. Le varie perizie hanno avuto una sola conclusione: la tragedia è stata originata dall’accumulo ed esplosione di una miscela non omogenea di gas, creatasi sia in base alle condizioni atmosferiche di quel giorno, sia alla configurazione del terreno. In pratica, il gas si sarebbe accumulato in un avvallamento, per poi alimentare in modo fulmineo ed intenso le fiamme, capaci di raggiungere e scavalcare i soccorritori, uccidendoli.

Il premier Andrej Plenkovic, nel ricordare la tragedia, ha fatto presente che il suo governo ha proclamato il 30 agosto quale Giorno della rimembranza dei vigili del fuoco croati deceduti nell’adempimento del proprio dovere.

L’incendio del 30 agosto 2007 uccise Marko Stancic (17 anni), Karlo Ševerdija (17), Hrvoje Strikoman (19), Josip Lucic (19), Gabrijel Skocic (20), Ante Juricev Mikulin (22), Tomislav Crvelin (23), Ante Crvelin (23), Dino Klaric (33), Ivan Marinovic (33), Ivica Crvelin (42) e il più vecchio tra loro, il 52enne Marinko Kneževic.

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