Nuove voci di stop per la stazione dei Carabinieri a San Martino: il sindaco non ci sta
SAGRADO Con un pizzico di romanticismo potremmo definirla l'ultimo avamposto a Nordest dello Stato italiano. Eppure sulla piccola stazione dei Carabinieri di San Martino del Carso ciclicamente tornano a rincorrersi, ormai da qualche anno, le voci di una possibile dismissione. Troppo vetusta, sottodimensionata per i criteri attuali (è pure sotto le 6 unità operative previste). Insomma candidata ideale per la chiusura, in caso di una riorganizzazione e razionalizzazione delle forze da parte dei vertici dell'Arma.
Era successo anche nel 2021, con tanto di vertice in Prefettura: se ne parlò approfonditamente, ma non se ne fece nulla.
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Anche per la levata di scudi del sindaco di Sagrado, Marco Vittori, pronto anche oggi a ripetere la sua battaglia. Fatto sta che recentemente le voci su una possibile chiusura hanno ripreso a circolare nella piccola frazione sagradina cara a Giuseppe Ungaretti, e sono state intercettate dall'ex primo cittadino e già assessore provinciale Marino Visintin, che si fa portavoce della preoccupazione dei suoi compaesani. «Sembra tornare reale lo spettro di una dismissione della caserma carabinieri in paese - così l'ex amministratore -. A quanto pare l'edificio non è più tanto agibile con i criteri di abitabilità odierni. E non basta, dopo la grandinata del luglio scorso pare anche vi siano infiltrazioni. Se è un problema di soldi, l' Arma faccia intervenire il Comune o la Regione. Altrimenti - scherza ma non troppo - siamo disponibili ad aprire una colletta in paese».
C'è amarezza, a San Martino, anche perché la caserma rappresenta un simbolo, l’ultimo, di una presenza di strutture dello Stato, ed in particolare dell’esercito, sul Carso goriziano. «Mi rendo conto - aggiunge Visintin - e non sono certo il solo, che le motivazioni di difesa del territorio goriziano non sono più quelle che si reputavano necessarie a cavallo degli anni Cinquanta, quando fu schierato l’esercito nel Vallone; va da se, però, che la presenza di un nucleo di persone dedite alla prevenzione di reati in un’area abbastanza vasta e poco abitata, peraltro sprovvista di altre strutture, seppur minime, di controllo del territorio è sicuramente una garanzia affinché venga mantenuta quella tranquillità ambientale e sociale a cui siamo abituati. Non siamo esenti dal fenomeno dei furti in abitazione e ricordiamo il recente caso dell'imbrattamento proprio al monumento ai Carabinieri caduti a Peteano».
Che qualcosa si stia muovendo dietro le quinte lo conferma lo stesso Prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi. «È in vista nei prossimi giorni una riunione su questo argomento, assieme all'Arma e al sindaco - annuncia -. Si farà un po' il punto della situazione, di deciso non c'è nulla. Siamo a conoscenza della vetustà della stazione e dei suoi numeri, che sono piccoli. Quello che posso dire è che una stazione dei Carabinieri deve poter garantire il massimo dell'operatività e dell'efficienza, altrimenti è meglio chiuderla. Ma non sono valutazioni che competono al sottoscritto».
Netta, come detto, la posizione del primo cittadino. «Quella stazione è un presidio troppo importante per il territorio, sia in termini di sicurezza che per il legame fortissimo delll'Arma con la nostra gente, reso ancor più forte dalla tragedia di Peteano. Mi attendo che lo Stato investa per la rimessa a norma di questo presidio . Da parte nostra ci mettiamo a disposizione, anche a livello di spazi, per fare in modo che i carabinieri rimangano a S.Martino». —