Il punto dopo le frane: a Passo Monte Croce Carnico comincia la fase due, ricostruzione delle gallerie
Su Passo Monte Croce carnico, dall’inizio della prossima settimana, si entra nella fase due iniziando il ripristino delle opere stradali ed è confermata la previsione di riapertura della strada statale 52 bis entro fine anno.
Sulla frana di Prato Carnico occorreranno altre tre settimane di lavori per riaprire la viabilità e sulla frana di Sappada, relativamente alla quale però non ci sono più arterie chiuse, sui lavori da ultimare sarà fatto il punto la prossima settimana.
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A margine dell’incontro pubblico a Forni Avoltri dove è stato presentato il masterplan per mettere finalmente mano ai numerosi punti neri della strada regionale 355 nel tratto da Comeglians a Sappada, con l’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante si è fatto anche il punto sui vari fronti su cui la Regione con Fvg Strade e Anas si trova impegnata in questo momento per risolvere i problemi generati da alcuni dissesti idrogeologici verificatisi da dicembre alla prima decade di agosto.
Da questo punto di vista procedono fitti i lavori e gli approfondimenti di volta in volta richiesti in parte seguiti dall’assessorato regionale alla Protezione civile e in parte da quello alle Infrastrutture per ripristinare le viabilità dopo le frane che hanno colpito nell’ultimo anno Passo Monte Croce Carnico, il territorio di Prato Carnico e Sappada.
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A Passo Monte Croce Carnico, dove lo scorso 2 dicembre una devastante frana ha travolto un tratto della strada statale 52 bis che conduce al valico con l’Austria, questa estate è stata la fase di demolizione delle parti ancora instabili frana (a fine luglio con 150 chili di esplosivo era stato abbattuto lo sperone di roccia che era ancora pericolante nella zona della frana e poi erano stati rimossi alcuni piccoli blocchi ancora da disgaggiare, proseguendo poi con la pulizia del versante) e di posa delle reti paramassi e ferma neve.
«Tra lunedì 2 e martedì 3 settembre – anticipa Amirante – inizia la seconda fase (quella per cui Anas ha messo 5 milioni di euro e la Regione altrettanti) per la ricostruzione delle gallerie e le opere successive (per il ripristino delle opere e della sede stradale danneggiate dallo smottamento) così da poter riavviare il transito entro fine anno. Siamo in linea col cronoprogramma che ci eravamo dati».
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Ci sarà anche un sistema di monitoraggio elettronico installato sia sulle barriere sia sul versante roccioso. E attraverso un georadar un sistema di monitoraggio effettuerà la lettura delle deformazioni della massa rocciosa in modo tale da poter prevedere eventuali ulteriori distacchi prima durante i lavori del personale in loco e poi anche dopo la riapertura della strada così da consentire la circolazione in sicurezza.
L’intervento da 10 milioni di euro è finanziato metà da Anas e metà dalla Regione e consiste in una temporanea messa in sicurezza dell’arteria in attesa di una viabilità alternativa futura.
Le piogge intense del 7 e 8 agosto hanno provocato colate detritiche del ghiaione di rio Bianco sulla strada regionale 465 della Forcella Lavardet in alta Val Pesarina. La strada non è transitabile dal tratto che va dopo 6 chilometri dall’abitato di Pesariis, verso Pradibosco, e inibisce il transito verso Casera Razzo in Veneto.
Chi deve raggiungere il rifugio De Gasperi o rincasare dallo stesso può farlo attraverso Sauris o Vigo di Cadore.
Su quella frana e quella strada «stiamo lavorando – spiega ancora Amirante– con Fvg Strade. Stanno per completare i lavori ma ci vorranno ancora tre settimane perché Enel deve ripristinare i cavi della media tensione. Noi finiamo lo sbancamento e abbiamo operato in modo tale che in caso di nuova frana essa venga incanalata nel letto naturale del torrente. Si era infatti creata una specie di deviazione. In tre settimane contiamo di riaprire la viabilità. La Protezione civile installerà un sistema di monitoraggio con semafori intelligenti che scatteranno sia nel caso i sensori registrino movimenti anomali ma scatteranno anche in caso di allerta meteo. Sono scesi 200 mila metri cubi di materiale e il fronte è ancora instabile (ce ne sono a monte altrettanti)».
Per quanto riguarda invece la frana di Sappada sulla strada regionale 355 della Val Degano (avvenuta sempre nella prima decade di agosto), interrompendo il collegamento tra Friuli Venezia Giulia e Veneto oltre al fatto che è sceso molto meno materiale, «tra i 10 e i 15 mila metri cubi – rileva l’assessore regionale – i lavori che sono stati eseguiti hanno già consentito la riapertura della viabilità; ci sono ancora lavori da ultimare, ma a riguardo faremo il punto la prossima settimana col collega della Protezione civile che segue l’intervento, e Fvg Strade».