Parte il risanamento del pozzo nero di Sovjak
FIUME Dopo anni di lavoro preliminare, lungaggini varie, stop inattesi, finalmente il prossimo autunno avrà inizio il risanamento del tristemente famoso pozzo nero di Sovjak, situato nel comune di Viškovo, a pochi chilometri da Fiume.
La notizia è stata confermata all’agenzia di stampa Hina dal Fondo croato per la tutela dell’ambiente e l’efficienza energetica, al quale è stato affidato il coordinamento del progetto, la cui realizzazione permetterà di disinnescare quella che è stata definita a ragione una bomba ecologica nel Fiumano e in gran parte della regione quarnerina.
In questi mesi si sta attuando la prima fase del processo di risanamento, comprendente il ripianamento della superficie attorno al pozzo nero, area in cui verrà sistemata l’ attrezzatura per la rimozione dei rifiuti, liquidi e solidi. Questo materiale, che da decenni rappresenta una grave minaccia per le sottostanti falde imbrifere, sarà prelevato e trasportato negli stabilimenti specializzati per il trattamento e la neutralizzazione di questi rifiuti, che si trovano in Austria, Germania e Ungheria.
«Attualmente stanno volgendo al termine i lavori di approntamento della spianata attorno a questo maleodorante laghetto color nero. Inoltre – così dal citato Fondo – l’attrezzatura che servirà a prelevare i residui di idrocarburi, catrame tenero e rifiuti solidi è stata sottoposta a controlli, che hanno dato responsi positivi. Siamo ormai prossimi al collaudo, superato il quale si darà il via al prelievo del materiale gettato a Sovjak dal 1956 al 1990, anno di chiusura di questa discarica».
La tanto attesa operazione di bonifica sarà portata a compimento da un terzetto, composto da due aziende croate e una slovena: Gk di Varaždin, Ivicom Consulting di Zagabria e dalla slovena Ekomo.
Il risanamento dovrebbe venire completato nel 2026 o al più tardi l’anno dopo: non si tratterà di un’ opera di facile realizzazione, contenendo questa conca carsica ben 150 mila metri cubi di materiale tossico e inquinante.
Nel corso dei 34 anni di attività del pozzo nero, peraltro situato nei paraggi di decine di abitazioni, vi è stato scaricato di tutto, materiale di scarto giunto dalla raffineria dell’Ina a Fiume, dalla cokeria di Buccari (entrambe chiuse da molti anni), dal cantiere navale fiumano Tre Maggio e anche da alcune imprese della vicina Slovenia.
A rimozione conclusa, il fondo della discarica verrà sigillato con materiale inerte, trasformando l’ormai ex pozzo in un’ area verde. Per arrivare a ciò, la spesa sarà di circa 50 milioni di euro, di cui l’ 85% arriverà a fondo perduto dall’Unione europea, mentre il rimanente 15% risulterà scucito dal Fondo, ovvero dalle casse statali croate. —
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