Nuova balla di “Repubblica” smentita dal governo: “Nessun taglio all’assegno unico”
«Fantasiosa e senza alcun fondamento» l’ipotesi di un taglio all’assegno unico per i figli in vista della prossima manovra. A metà mattinata è il Ministero dell’Economia ad intervenire con una nota ufficiale, smentendo categoricamente gli articoli di stampa che alle prime luci dell’alba ipotizzavano la rimodulazione della misura sociale introdotta dal governo Draghi nel 2021 e potenziata da quello a guida Meloni. Tutto nasce da Repubblica, cassa di risonanza per altri siti di informazione che hanno riportato pari pari quella che a tutti gli effetti si rivelerà l’ennesima fake news.
In serata, poi, si muove personalmente la premier per smentire la notizia data dal quotidiano del gruppo Gedi, che aveva aperto l’edizione con un titolo a tutta pagina: “Addio all’assegno unico”.
“No, il Governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un’Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra”, ha scritto la Meloni in un post su X che accompagna un video che la ritrae con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Oggi l’ultima notizia è che saremmo in procinto di abolire l’assegno unico, quell’assegno unico che noi abbiamo aumentato e sul quale stiamo dando battaglia in Europa proprio perché non si creino problemi, visto che la commissione europea dice che dovremmo darlo anche a tutti i lavoratori immigrati che vivono in Italia, che vorrebbe dire di fatto uccidere l’assegno unico“, aggiunge la presidente del Consiglio. “Io e il ministro Giorgetti volevamo dire che siccome la legge di bilancio la dobbiamo ancora scrivere, diffidate dalle ricostruzioni”, conclude la premier.
Assegno unico, la bufala di Repubblica e la smentita del governo
Secondo la ricostruzione di Repubblica, l’obiettivo del governo sull’assegno unico sarebbe «rimontarlo in una versione più aderente alla narrativa della famiglia propria dell’esecutivo di destra». Tutto questo al netto di una misura che «lascia avanzi di bilancio e ha causato una procedura di infrazione europea con l’Italia deferita a luglio alla Corte di giustizia Ue».
A seguire il fantomatico “piano”: ossia «tagliare l’assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45 mila euro. E spostare più risorse alle famiglie molto numerose, con disabili, con una storia di lavoro radicata in Italia». A questo punto partono le trombe degli anti-meloniani: il copia e incolla dell’indignazione da parte delle opposizioni. «Lacrime e sangue», è l’urlo di Angelo Bonelli di Avs. «Altro che famiglia, il governo smonta l’assegno unico», gli fa eco Davide Faraone da Italia Viva. Lunare la chiamata alle armi di Maria Elena Boschi, che ha letto Repubblica e messo l’elmetto: «Combatteremo in Parlamento per salvare l’assegno unico». Ed ecco Marco Furfaro del Pd: «Le uniche famiglie che gli interessano sono le loro». A seguire tutto un furoreggiare su «Meloni chiarisca, Giorgetti chiarisca. Allarme, attacco alle famiglie». E così la lunga estate delle bufale anti-Meloni prosegue: con l’obiettivo di spaventare i cittadini e creare un clima di tensione a poche settimane dalle prossime Regionali e dalla presentazione della legge di Bilancio.
“Nessun taglio all’assegno per i figli”: il Mef smentisce Repubblica
A questo punto è intervenuto il Mef e il ministero del Lavoro per smentire ogni ipotesi di depotenziamento dell’assegno unico. A farsi sentire contro il «procurato allarme» di Repubblica anche il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella: «Non so se la rassegna stampa mattutina debba essere intesa come il sequel della falsa radiocronaca sullo sbarco dei marziani sulla terra di Orson Welles…». Il governo, ha spiegato, che ha fatto delle politiche per le famiglia una delle priorità alla luce della sfida dell’invecchiamento demografico italiano «non intende depotenziare l’assegno introdotto a marzo 2022 che oggi interessa oltre 6 milioni di famiglie per un totale di circa 9, 5 milioni di figli under 21 (e senza limiti di età per i disabili)». Anzi l’esecutivo Meloni «ha corretto, potenziato ed sta difendendo» la misura in Europa. Al centro delle querelle con l’Ue, infatti, vi è proprio la natura dell’assegno che, nato come intervento demografico, viene invece ritenuta da Bruxelles di tipo assistenziale: «Da qui la richiesta Ue – ha continuato Roccella – di togliere i requisiti della residenza da almeno due anni o del contratto di lavoro. Un “liberi tutti” che aprirebbe a dismisura le maglie della platea rendendo la misura insostenibile per le casse dello Stato». Al tempo stesso il governo lavora a dei correttivi per rimediare ad una distorsione nella normativa originaria: l’assegno concorre infatti all’Isee e dunque aumenta il reddito delle famiglie numerose penalizzando l’accesso ad altri strumenti di sostegno al reddito. «Per rimediare anche a questa stortura c’è un tavolo ad hoc sull’Isee».
La figuraccia della sinistra che chiama alle armi su una non notizia
A sinistra, dunque, si sono ritrovati accomunati dall’ennesima figuraccia di commentare una non notizia. FdI è intervenuto dai suoi canali social: «Repubblica è evidentemente a corto di argomenti tanto da sfornare un’ennesima fake news. Il governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima manovra né sottrarrà mai un euro alle famiglie». «Le famiglie sono un priorità», ha rimarcato Tommaso Foti mentre Lucio Malan ha ironizzato sul “campo largo” «finalmente unito, senza esitazioni, per attaccare il Governo diffondendo la balla, l’invenzione totale fatta da Repubblica, della cancellazione dell’ assegno unico». Il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli – smentendo anch’esso la fake news di Repubblica – ha sottolineato che «solo dal 30 agosto, con il primo confronto tra i leader della maggioranza di governo, si inizierà a parlare della Legge di Bilancio per il 2025»: come a dire, il solito vizio di parlare e di attaccare una manovra che non c’è. Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa è andato al sodo: «E’ una notizia inventata, che ovviamente la sinistra cavalca».
Elenco di balle estive condite da manie ossessive e curiosità morbosa
Segnaliamo che si tratta solo dell’ultima balla in ordine di tempo di questa lunga estate. Partiamo da luglio: il presunto report Ue che bocciava l’Italia sulla libertà di stampa. Non era un report Ue ma fu strumentalizzato per scatenare gli indignati a comando. “Una boiata pazzesca”, così la definitì Ermes Antonucci su X, cronista del Foglio. Un’altra fandonia fu creata su una fantomatica villa della premier in Albania. Un’altra balla a cui è seguito il tormentone inventato di sana pianta sulla presenza di Arianna Meloni nelle riunioni per le nomine Rai. Smentita categoricamente dalla sorella della premier: ( “Ogni mattina leggendo la rassegna stampa, so che dovrò smentire l’ennesima fake news dei quotidiani”). Per finire, il “giallo”: l’invenzione di una “sparizione” di Giorgia Meloni (che in realtà non se ne era mai andata da i suoi impegnativi dossier). Piccolo, triste elenco di balle condite da ossessioni e curiosità morbose.
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