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Август
2024

Cos’è e come funziona il CLI Spoofing

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Una delle tecniche maggiormente utilizzate per aggirare il registro delle opposizioni e per procedere in maniera indisturbata attraverso il telemarketing selvaggio è senz’altro quella del cosiddetto CLI Spoofing. La sigla CLI sta per Calling Line Identity, si tratta – per cercare di semplificare al massimo – del numero di telefono dal quale si viene contattati. La possibilità di fare spoofing (ovvero sostituirsi a qualcuno o a qualcosa) attraverso un numero di telefono è nota agli operatori telefonici che, tuttavia, dovrebbero investire molte energie per cercare di contrastarla. Esiste infatti un principio di base: l’operatore telefonico funge in qualche modo da mediatore tra chi effettua la chiamata e tra chi la riceve; a meno che non riesca a identificare come falso il numero di chi chiama, la telefonata deve essere sempre recapitata. Proprio l’identificazione della Calling Line Identity è il problema che sta alla base delle tecniche di spoofing adottate per il telemarketing selvaggio.

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CLI Spoofing, l’annosa questione che gli operatori telefonici italiani non riescono a risolvere

Quando un operatore telefonico riceve una telefonata spoofing da un numero che ha il prefisso tipico di quello stesso operatore, l’identificazione della CLI è semplice: se il numero si trova all’interno degli archivi dell’operatore, allora esiste; in caso contrario, si tratterà di un numero inesistente, generato attraverso un software di call-center con lo scopo (molto probabile) di condividere informazioni di natura commerciale per aggirare il registro delle opposizioni, ovvero quell’elenco all’interno del quale i cittadini si sono iscritti per evitare di essere raggiunti da telefonate indesiderate. Tuttavia, come spiegato in una audizione dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso, esiste un «mercato irregolare, in cui le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo e i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati». Stiamo parlando proprio del fenomeno del CLI Spoofing, difficile da intercettare nel momento in cui l’operatore deve fare da mediatore tra un chiamante con un prefisso diverso da quello identificativo dell’operatore stesso e l’utente finale.

In questo caso, in Italia, la maggior parte degli operatori telefonici – ci sono alcune eccezioni – non riesce a individuare se il numero esiste o se proviene dall’estero. Occorrerebbe, in tal senso, effettuare una doppia verifica incrociata fondata su database che dovrebbero essere a disposizione degli operatori telefonici per confermare la possibilità che il numero esista realmente o che sfrutti il roaming per le chiamate dall’estero. In caso contrario a queste due fattispecie, ci si trova di fronte alla tecnica del CLI Spoofing, con numeri non esistenti (se si prova a richiamare, arriva immediatamente l’avviso che esplicita questa condizione) o con numeri – sempre non esistenti – di presunta provenienza estera.

Nel luglio del 2023, in Francia, è entrata in vigore la Legge Naegelen. Quest’ultima impone agli operatori telefonici di prendere delle contromisure per tutelare i propri utenti. Alla luce di questa norma, alcune compagnie telefoniche hanno adottato dei sistemi – in uso negli Stati Uniti e in Canada – per riuscire a identificare numeri falsi o numeri falsamente provenienti dall’estero, anche se non caratterizzati dal prefisso dell’operatore telefonico in questione. La prova, dunque, che un efficace metodo di contrasto esiste ed è alla portata anche dei Paesi UE: occorre semplicemente una legge che possa stimolare gli operatori di telefonia ad adottarlo.

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