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Август
2024

Monfalcone, al Pronto soccorso sotto pressione è in arrivo nuovo personale sanitario

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MONFALCONE. Non si concilia, si congela. L’esito del tavolo aperto davanti al prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi in qualità di mediatore si ritaglia altri 30 giorni per verificare gli intendimenti dell’Azienda sanitaria, esauriti i quali in assenza di riscontri Uil Fpl e Nursind – le due sigle maggioritarie che due mercoledì fa hanno proclamato lo stato di agitazione per 77 dipendenti del Pronto soccorso all’ospedale San Polo – «indiranno certamente lo sciopero».

Al netto della presa di posizione sindacale, solo apparentemente attendista e in realtà prudente nel saggiare la corrispondenza tra parole e fatti di Asugi, l’incontro ha consegnato diverse aperture e disponibilità rispetto alle istanze.

Per esempio sul tema della richiesta di adeguamento dell’organico in rapporto all’area dell’Emergenza giuliana, meno sguarnita. Qui il numero di accessi annui s’attesta sui 45 mila ingressi, mole rilevante, a Trieste sui 60 mila. Ebbene Asugi, presente con il direttore sanitario Daniele Pittioni, ha garantito l’iniezione di infermieri (cinque entro 90 giorni) sollecitati dai segretari regionali Stefano Bressan (Uil Fpl) e Luca Petruz (Nursind), sebbene l’inserimento sarà diluito nei mesi, con priorità al Pronto soccorso.

Va tenuto conto del fatto che i neolaureati del prossimo corso usciranno a novembre dal percorso di studi. Per tamponare parzialmente la criticità dei camici bianchi invece «verranno garantiti due turni di 38 ore con altro personale medico di Asugi».

S’è peraltro appreso ieri di una «situazione gravissima» che riguarda il personale da inserire nell’Emergenza: non risulta reperibile sul mercato e le tempistiche per la formazione superano l’anno. Professionisti che, dicono i sindacati, «non vorranno comunque essere assegnati a Monfalcone viste le condizioni di decadimento e abbandono in cui versa». Quindi il personale «va incentivato in modo importante, considerandolo come afferente ad area disagiata, anche perché se ci fossero dimissioni o cessazioni c’è il rischio concreto di non poter più garantire l’assistenza alla popolazione e questo è inaccettabile», sempre Bressan e Petruz.

In generale, comunque, è emersa da parte dell’Azienda sanitaria, sempre stando ai sindacati, la volontà di adeguare gli organici sulla base dei numeri macinati dal presidio. E per questo le sigle, «parzialmente soddisfatte di quanto ottenuto», hanno “congelato” per 30 giorni l’agitazione. Il pressing sul fronte della sicurezza – la proclamazione sindacale s’era innestata a breve distanza da un recente parapiglia in via Galvani, sfociato in un arresto – non ha invece segnato un epilogo. Anzi proprio oggi alle 11 ci sarà un incontro a porte chiuse tra il questore Luigi Di Ruscio e i vertici aziendali.

Asugi ha infatti messo a disposizione un locale adibito a magazzino-deposito nei pressi del Pronto soccorso per accogliere quel turno “h24” di Polizia tanto richiesto a propria tutela dai lavoratori. Il vero problema, tuttavia, è quello delle risorse umane. Infatti un tal servizio richiede il distaccamento di cinque uomini.

E la Questura, cioè il Ministero dell’Interno, li fornirà alla luce dell’incidenza statistica degli episodi di aggressione? Lo si capirà solo oggi. Resta ferma pure l’ipotesi del pulsantone rosso. «Bene che l’Azienda sul tema della sicurezza si sia messa in linea con Uil Fpl e Nursind – commentano a margine del tavolo di conciliazione Bressan e Petruz –, sappiamo che c’è in piedi un incontro e confidiamo di esser ascoltati in prima battuta sul pulsantone e poi sulla dotazione organica necessaria alla postazione di Polizia». Viene comunque «valutata la possibilità di inserire una guardia giurata qualora non via sia accordo con la Questura».

Correlata, la questione dell’ampliamento della rete di videosorveglianza sulle area scoperte: accordato. Mentre verranno promossi da Asugi dei corsi sulla sicurezza degli operatori. In discesa la trattativa sull’aumento dei posti letto per la Terapia semintensiva, con «due unità in più» per un totale di quattro, sempre Bressan e Petruz.

E sulla guardia attiva notturna. I sindacati qui ne avevano chiesto il ripristino per rispondere alle esigenze delle Medicine, evitando così l’invio di un medico del Ps. L’Azienda farà una valutazione complessiva nel sistema delle guardie attive per andare ad adeguarle nel suo insieme. Sul fronte economico, quindi, sarà proposto un «incentivo per il personale della dirigenza medica del Ps», mentre per quello del comparto «nell’arco di 30 giorni verrà attivata la contrattazione per assegnare l’indennità specifica». Per il Rau, l’ambulatorio dei codici bianchi e verdi, si prevede il suo potenziamento in fascia notturna (dall’orario 8-20 si passa ad “h24”), per sgravare ulteriormente il peso degli accessi. In definitiva Uil Fpl e Nursid non hanno ieri conciliato, ma deciso di concedere all’Azienda «30 giorni per definire quanto ci si è impegnati a fare». «È chiaro – concludono – che se alle parole non seguiranno i fatti noi indiremo lo sciopero». Infine sui lavori di ammodernamento del presidio, «impietosamente fermi», le sigle si sono appellate al prefetto per sbloccare la situazione.