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Август
2024

Peste suina, i focolai in provincia di Pavia diventano undici

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CORTEOLONA. Sale a undici il numero di focolai di peste suina africana accertati in provincia di Pavia.

Due i nuovi casi individuati nel Pavese, a Corteolona e Genzone e a Costa de’ Nobili, dall’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, sezione di Brescia. Sono 1.500 i maiali presenti nell’allevamento di Costa, mentre in quello di Corteolona se ne contano 5mila, di cui circa 400 scrofe. In quest’ultima azienda nei giorni scorsi l’allevatore ha segnalato la mortalità anomala di sei capi e, secondo l’Unità veterinaria di Regione Lombardia diretta da Marco Farioli, non erano presenti animali con sintomi e non vi erano state entrate ed uscite di animali ritenuti a rischio.

Un dramma per un comparto che, in provincia di Pavia, stando ai dati di Confagricoltura, conta circa 170 aziende che, nel 2023, davano lavoro a 400 persone e accoglievano 230mila suini, con un valore economico di oltre 218 milioni di euro, un valore che ora si è quasi dimezzato.

Per Coldiretti «i nuovi focolai di peste suina africana sono un segnale allarmante di come la situazione abbia raggiunto livelli emergenziali e si stia allargando in maniera rapida e pericolosa». L’associazione di categoria segna in rosso i nuovi casi di Psa che stanno investendo Lombardia e Piemonte. «Il primo passo da compiere è quello di erogare gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dal virus, oggi sono in grande difficoltà – sostiene la presidente di Coldiretti Pavia, Silvia Garavaglia -. Si rendono necessari quattro interventi urgenti: risarcimento alle scrofaie anche su fermo aziendale; risarcimento agli allevamenti da ingrasso per mancato reddito; monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare le speculazioni; stop a mutui e contributi per le aziende colpite».

Secondo l’associazione, queste sono le prime azioni urgenti che possono sostenere, in questa fase di emergenza, una filiera come quella suinicola italiana, che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, 100mila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati, che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi.

«Ora è fondamentale - sottolinea Coldiretti - che il nuovo commissario straordinario metta in campo ogni misura, anche drastica, per evitare che la Psa si diffonda nelle province limitrofe che rappresentano la metà del patrimonio suinicolo nazionale. Prosegue il nostro impegno costante a sostegno degli allevatori colpiti e di tutti quelli che si trovano nelle aree interessate che devono avere tutta l’attenzione istituzionale necessaria».

Stefania Prato