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Август
2024

Perché, a due anni dalla sua introduzione, il Registro delle Opposizioni ha fallito

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In un universo parallelo, dove gli esseri viventi vivono e agiscono seguendo la legalità e nel rispetto di tutti, il sistema del Registro pubblico delle Opposizioni non sarebbe neanche servito o, altrimenti, avrebbe messo la parola fine al fenomeno del telemarketing selvaggio e delle truffe perpetrate attraverso il mezzo telefonico. Nel mondo reale, quello in cui vivono gli esseri umani, anche questo espediente ha registrato (e sta registrando) un fallimento totale. E dopo due anni dalla sua introduzione in Italia, sembra che nulla sembra essere cambiato. Ogni giorno, milioni di persone ricevono telefonate da call center (più o meno legali) che propongono offerte – nella migliore delle ipotesi -, soprattutto legate all’energia elettrica, al gas e alle tariffe telefoniche. E non mancano gli approcci fraudolenti, con la promessa di guadagni facili attraverso trading e criptovalute.

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Dal 22 luglio del 2022, milioni di italiani hanno visitato il sito ufficiale del Registro delle Opposizioni (RPO) iscrivendo il proprio numero di telefono (fisso o mobile) con la speranza di mettere una pietra tombale su quelle telefonate a mo’ di stalking che imperversavano continuamente durante le giornate. Di fatto, per dirla in parole semplici, le aziende di call center non potevano – come previsto dalla legge – effettuare telefonate di telemarketing verso quei numeri di telefono registrati. La boccata d’ossigeno è durata ben poco: pochi mesi (anzi, settimane) dopo, moltissimi cittadini sono sprofondati nuovamente nelle sabbie mobili del caos del telemarketing aggressivo e selvaggio.

Registro delle Opposizioni, il fallimento due anni dopo

Il problema è alla base: il sistema può funzionare solamente in un mondo in cui non vale il detto “fatta la legge, trovato l’inganno”. Perché il principio alla base del lungo percorso normativo che ha portato a questa soluzione, è corretto a livello empirico: se una persona afferma (attraverso l’iscrizione a un registro) di non voler ricevere determinate telefonate, i call center esaudiscono questa richiesta. Ma siamo nell’epoca storica in cui l’essere umano ha sviluppato soluzioni e strumenti per eludere la legge (ovviamente nell’illegalità).

Basti pensare alla tecnica dello spoofing, che non consente di effettuare telefonate con numeri anonimi (o invisibili), ma permette di generare – anche attraverso l’intelligenza artificiale – chiamate VOIP (quindi attraverso la rete internet) utilizzando dei numeri inesistenti (ovvero non in possesso di alcun cittadino) o numeri intestate ad altre persone. Come detto, questa pratica è illegale, ma il cosiddetto CLI Spoofing è difficile da intercettare, soprattutto perché viene utilizzato da call center situati all’estero (spesso e volentieri nei Paesi extracomunitari) a cui si appoggiano le aziende.

Da qui il fallimento del Registro delle Opposizioni e la riflessione, al centro del monografico di oggi di Giornalettismo, su un dato di fatto ineludibile: la legge continua a rincorrere le novità e questo non fa altro che porla sempre in una posizione di svantaggio. Si agisce sul concetto di call center e telemarketing, senza pensare – a livello normativo – a soluzioni concrete per rendere del tutto illegale e non funzionante lo spoofing (o le robocall). Si arriva sempre – e non succede solamente in Italia, vedi quel che sta accadendo in Spagna – a soluzioni drastiche quando si capisce di essere rimasti senza appigli.

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