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Август
2024

Droga, armi, risse a Trieste. Parla il Questore: «Più presidi e controlli, la città che è cambiata»

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La percezione dei triestini è che la città sia meno sicura. Risse con coltelli che escono da ogni tasca, l'uso di storditori elettrici e tirapugni non facevano parte del lessico della cronaca di Trieste.

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L'aggressione sul Molo Audace per negate prestazioni sessuali e per soldi. La rapina con il taser martedì scorso in via dei Leo. Le risse a colpi di coltello in piazza Garibaldi. Lo spaccio in ogni angolo della città. Un quadro che allarma. E il fatto che Trieste sia ancora un paradiso rispetto a Milano o ad altre città italiane non consola più. Pietro Ostuni è al vertice della Questura di Trieste da oltre due anni.

Questore, che cosa sta succedendo? Chi da anni vive a Trieste non si riconosce in queste immagini.

«La città è cambiata rispetto al passato. Abbiamo un numero importate di cittadini stranieri che transitano in questa realtà e circa 1.500 persone nel sistema di accoglienza. Vengono da culture diverse, molti non hanno mai procurato problemi, ma in altri casi per la risoluzione delle conflittualità passano alle vie di fatto. E quello che mi preoccupa, è che alla base di molte risse riscontriamo un uso smodato di sostanze alcoliche, anche da parte di persone che nel loro Paese non erano abituate a bere».

Il procuratore Federico Frezza ha invitato i cittadini a stare un po' più attenti per strada.

«Noi come forze dell'ordine facciamo, e dobbiamo fare, il massimo affinché la gente non abbia paura».

I fatti di cronaca gravi però ci sono stati.

«Certo, ed è inutile negarlo, però, come testimoniato dagli ultimi fatti di cronaca, siamo sempre arrivati ad individuare i responsabili del reato. Come Questura, lo posso assicurare, ci stiamo impegnando ancora di più, con operazioni ad alto impatto che coinvolgono tutte le forze dell'ordine ormai a cadenza settimanale. Giornalmente godiamo anche dell'ausilio di equipaggi del reparto Prevenzione crimine di Padova».

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Quello che spaventa è l'uso di armi, il fatto che ci sia sempre più gente che gira con il coltello a portata di mano o, addirittura, con storditori elettrici. Come se li procurano?

«Il più delle volte le armi utilizzate sono coltelli da cucina e taglierini, quindi oggetti semplici per tutti da reperire. Cosa diversa per i taser: stiamo facendo dei controlli, partendo dalle attività che posso vendere questo tipo di strumenti, per capire attraverso quale canale le persone che abbiamo fermato si siano procurate questi strumenti. Li hanno acquistati illegalmente? Quando li intercettiamo li perquisiamo, ma non è escluso abbiano affrontato il viaggio con questi oggetti al seguito».

Nelle recenti perquisizioni a Casa Malala, dove alloggiavano gli afgani arrestati, sono state trovate mazze, tirapugni e, appunto, uno storditore elettrico, probabilmente quello esibito nell'aggressione sul Molo Audace. Queste strutture di accoglienza sono oggetto di vostri controlli?

«Assieme ai Servizi sociali abbiamo fatto diverse verifiche nelle strutture di accoglienza, ne faremo altre, ma ritengo che chi gestisce i centri, non solo quelli che accolgono i minori stranieri non accompagnati, deve avere cura anche di seguire queste persone, segnalandoci situazioni o comportamenti anomali, anche a tutela degli altri ospiti. Non sono io a dire con quali modalità e quali strumenti, ma lo devono fare. In alcune circostanze ci sono state delle segnalazioni, e siamo intervenuti risolvendo sul nascere dei problemi, ma serve la collaborazione di tutti».

Alla base dell'aggressione sul Molo Audace c'era anche la pretesa, non esaudita, di rapporti sessuali. C'è l'evidenza di un fenomeno di prostituzione tra richiedenti asilo, o di ragazzi stranieri costretti a rapporti sessuali?

«È un fenomeno che stiamo monitorando».

Quale altro strumento può essere messo in campo?

«Il sistema di prevenzione c'è, i tavoli in Prefettura per affinare gli strumenti sono costanti, ma queste persone devono in qualche modo essere impegnate, anche in lavori socialmente utili, altrimenti il rischio è quello dell'aggregazione spontanea che porta anche a fare delle fesserie. Stesso discorso riguarda i minori stranieri non accompagnati, nei confronti dei quali può risultare efficace la misura di prevenzione dell'avviso orale. Molti sottovalutano questa misura, che invece può incidere sul futuro di chi delinque, tanto che in alcuni casi non sto convertendo i permessi di soggiorno al raggiungimento della maggiore età».

Sul fronte dei pubblici esercizi?

«Stiamo insistendo con controlli, interventi efficaci, tanto che su nostra proposta il Comune ha appena revocato la licenza a un locale di via Madonnina. Tutti gli strumenti che abbiamo vengono messi in campo».

Piazza Garibaldi, malgrado l'ordinanza, continua a restare una zona calda.
«La zona è costantemente monitorata, ne è prova il fatto che appena succede qualcosa arriviamo in pochi secondi. I locali comunque stanno rispettando l'ordinanza e un po' di tensioni in meno si stanno registrando. È uno strumento utile che, se la situazione dovesse degenerare, potrebbe essere adottata anche in altre zone».

Piazza Venezia e via Torino?

«Da tempo lì non ci sono situazioni gravi: la vicenda di sabato scorso è stata causata da un paio di persone che avevano bevuto troppo».

Quello che preoccupa è anche lo spaccio di droga.

«È un fenomeno sul quale l'attenzione è sempre molto alta, ma se c'è spaccio c'è anche consumo. La nostra attività incide sullo spaccio, ma servono anche campagne informative per contrastare il consumo».

Quanto incide sul consumo il facile accesso agli stupefacenti?

«Le droghe oggi si acquistano anche su internet, purtroppo. Le persone colmano dei vuoti interiori con l'assunzione di queste sostanze: è su quei vuoti e sui modelli sbagliati che bisogna lavorare».