Il sindaco Giordani rassicura: «Tram, i cantieri sono in anticipo»
«Vorrei fare il sindaco di Albarella. Altro che isola dei vip, è tutto molto tranquillo e nessun protesta». Vacanze archiviate con una battuta, il sindaco Sergio Giordani è tornato dietro la scrivania del suo studio a Palazzo Moroni. Apre le porte ai cronisti per mostrare i dossier sul tavolo, che impegneranno il suo autunno e anche quello dei padovani: i cantieri del tram, in primis, e anche altre questioni aperte. Ma non mancano le considerazioni sui casi al centro dell’agenda politica: «All’autonomia dirò no, c’è il rischio di spaccare l’Italia. Mentre sono favorevolissimo allo Ius scholoe, che è un primo passo per dare dignità a persone che sono italiane».
Cantieri in anticipo
Il primo atto al ritorno dalle ferie è stato un giro per i cantieri delle due nuove linee di tram, accompagnato dal responsabile del procedimento Diego Galiazzo: «Siamo in anticipo, quest’estate hanno lavorato molto bene. E il 10 settembre riapriremo una corsia del ponte Omizzolo».
L’autunno però non sarà semplice, con i lavori in programma a Chiesanuova: «Ci saranno disagi, ma è un progetto che cambia la città. Sarebbe stato più facile non fare nulla, così non avrei avuto proteste. Ma non è nel mio spirito».
Infrastrutture e questioni aperte
L’autunno però impegnerà il primo cittadino su due questioni fondamentali per il futuro della città: la viabilità del nuovo ospedale a Padova Est e la gestione del progetto dell’Alta velocità. «Servono 61 milioni per completare l’Arco di Giano: va realizzato un nuovo cavalcaferrovia lungo 1,8 chilometri per unire l’area di Padova Est con via Plebiscito e l’Arcella – spiega il sindaco – Sono già stato a Roma da Salvini: è il Ministero che deve aiutarci perché il nuovo ospedale è un’opera di livello nazionale. La Regione ha già fatto il suo aprendo un mutuo da 50 milioni per l’ampliamento della 308, la strada del Santo».
È in ritardo invece il progetto per l’Alta velocità: «Stiamo aspettando che il gruppo Ferrovie definisca l’aspetto operativo delle alte cariche – risponde Giordani – Per la Tav è necessario un nuovo cavalcavia Borgomagno, opera da 25 milioni. E poi una stazione bifacciale, che sia aperta anche all’Arcella, come l’ha immaginata Stefano Boeri. Spero che a settembre siano definite le persone operative e ricomincerò a sollecitare Ferrovie».
Il degrado in stazione
Proprio piazzale Stazione quest’estate ha visto un aumento del degrado, con il dramma sociale dei tossicodipendenti. Giordani respinge ogni accusa: «La città è sicura, chi fa polemica lo fa solo per battagliette politiche – risponde – C’è anche un aspetto umano che va considerato: sono persone in difficoltà, fragili. Bisogna intervenire in maniera corretta, offrendo loro supporto. Come ha spiegato Margherita Colonnello sono aumentate le presenze provenienti da altre città e servirebbe gestire il fenomeno in un’ottica regionale».
L’arcella e la città dei 15 minuti
Se c’è una cosa che Giordani rivendica è il lavoro fatto all’Arcella: «Sono in corso i lavori in piazzale Azzurri, all’ex Coni e all’ex Configliachi: è un quartiere che avrà tutti i servizi a portata di mano, dalla mobilità alla cultura. Abbiamo realizzato la città dei 15 minuti – osserva – Ora dobbiamo concentrarci su Pontevigodarzere e sulla viabilità nord che resta un problema. Ma, anche qui, servirebbero 50 milioni che non abbiamo».
I tagli alle spese
Il rientro dalle vacanze corrisponde anche alla prima predisposizione del bilancio per il 2025 e le prospettive sono amarissime: «Mancheranno 10 milioni sulla spesa corrente. Non posso toccare il sociale, ma qualcosa dovremo tagliare – dice Giordani – Poi si fa fatica a spiegare alla gente che abbiamo 600 milioni di Pnrr, ma non i soldi per asfaltare le strade. È perché sono due tasche diverse: quello per le infrastrutture è un bilancio diverso dalla spesa corrente».
Il Configliachi e il nuovo Marchesi
Altro dossier aperto è quello che incrocia la fusione Ira-Configliachi con l’acquisizione dell’area dell’Aldi a Pontevigodarzere per il nuovo liceo Marchesi: «L’Ira deve ristrutturare l’edificio di via Beato Pellegrino, ma io non voglio che si perdano 110 posti di degenza pubblica. Sto cercando una soluzione con la Regione, non si può lasciare tutto in mano ai privati».
L’operazione Alì e la Romagnoli
Dal punto di vista politico, si riprende dopo una primavera caratterizzata dalle polemiche per il progetto dell’hub Alì a Granze di Camin: tre mesi fa cinque consiglieri di maggioranza non hanno votato a favore della delibera della giunta. «Per me era importante non dare un messaggio di chiusura al mondo imprenditoriale, anche sotto l’aspetto occupazionale. Dunque rivendico quell’accordo, anche se è stato il consiglio comunale poi a decidere i termini».
Termini che però non sono ancora stati accettati dall’azienda padovana: «Ci sono sei mesi per decidere e c’è un ricorso al Tar dei comitati. Noi siamo sereni – prosegue Giordani – Certo senza quei fondi non potremo fare un parco all’ex Romagnoli a Chiesanuova, né gli investimenti previsti per Camin».
E i consiglieri che hanno lasciato la lista Giordani come Tarzia e Pillitteri? «Simone è un bravo ragazzo, ma vede la vita tutta rosa. Io purtroppo ho la responsabilità di amministrare: cerco di farlo con buon senso, fuori dalle ideologie politiche».
Lo stadio e la protesta ultras
A fine agosto ricomincia anche il campionato di serie C e il Padova alla prima partita casalinga non ha trovato il supporto dei tifosi.
Da subito Giordani (presidente della società negli anni della serie A) ha espresso tutta la sua delusione: «Mi rattrista questa situazione perché non hanno capito che la nuova curva era stata fatta per loro, perché il loro supporto fosse più vicino alla squadra. Abbiamo dovuto ricominciare da zero, il mio auspicio è che la Sud sia pronta per l’inizio del prossimo campionato».
Con un distinguo: «Parlo alle persone per bene. Il tifo sano fa parte del calcio, la violenza no».
L’emergenza climatica
Il caldo non ha dato tregua nelle scorse settimane e questo impone una riflessione anche a chi amministra: «Stiamo lavorando per arrivare a zero emissioni entro il 2030 – afferma Giordani – Quello dell’emergenza climatica è uno dei temi fondamentali per il nostro futuro, compresa la gestione di eventi estremi che sono un pericolo per la città».