Dopo la Grenfell tower, a fuoco un altro grattacielo a Londra: «Dopo la morte di Gloria e Marco non è cambiato nulla»
«Dalla tragedia della Grenfell Tower non è cambiato niente». È amaro il commento di Loris Trevisan nell’apprendere la notizia dell’incendio di un grattacielo di 8 piani avvenuto nel quartiere di Dagenham a Londra. Non ha causato morti ma un paio di feriti e l’evacuazione del palazzo. Inevitabile il paragone con il rogo che 7 anni fa divorò i 27 piani di una delle Grenfell Tower di Kensington, dove morirono 72 persone tra cui i giovani architetti Gloria Trevisan, 26 anni di Camposampiero, e il fidanzato Marco Gottardi, 27enne di San Stino di Livenza.
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Il materiale infiammabile: una minaccia persistente
Tanto più che l’incendio di ieri notte sembra sia riconducibile allo stesso materiale del rogo del 2017: un rivestimento altamente infiammabile del palazzo per isolarlo dal freddo. La tragedia si ripete. «Per forza», aggiunge Loris Trevisan «se c’è negligenza non c’è rispetto, non c’è tutela per la gente. Non vengono messe in atto prevenzioni edilizie, purtroppo è così. Noi abbiamo insistito, anzi abbiamo creato un certo dibattito tanto che c’è stato anche un momento dove sembrava che il mercato immobiliare si fosse un po’ bloccato: perché se non toglievano i pannelli dagli edifici non c’era sicurezza. Non so se la cosa è andata avanti o se ci sono ancora queste criticità, però quel fatto ha dato uno scossone all’immobilità della situazione. Quello che è successo è comunque una cosa allucinante».
Le preoccupazioni della famiglia Gottardi
È scosso anche Giannino Gottardi, padre di Marco. «Per fortuna quelle persone hanno fatto in tempo a scendere», afferma Gottardi, «ma si ripropone un problema che, nel caso di Londra, deve far riflettere. Perché stiamo parlando di una delle capitali mondiali della finanza. Dopo la tragedia delle Grenfell Tower è emerso che nel Regno Unito ci sono 300 edifici di dimensioni rilevanti, grattacieli che si trovano in condizioni simili alle Grenfell. Edifici realizzati nel secolo scorso che sono stati oggetto di recupero, di restauro o di abbellimento e più o meno ovunque sono stati utilizzati materiali molto infiammabili.»
Un problema ancora irrisolto
«Dal 2017 ad oggi sono cambiate un po’ le normative, di conseguenza c’è maggiore attenzione però solo per quanto riguarda il nuovo. Il problema è il costruito e su questi 300 edifici gravemente a rischio è stato fatto ben poco. Ciò non fa che confermare quello che penso da sempre: si parla e si parla però il problema permane, c’è solo da sperare che non accada. In un edificio di pochi piani si può scendere anche in apnea, se fosse accaduto in uno più alto andremmo a piangere ancora tante vittime».
Le conseguenze economiche e sociali
Il problema è anche economico: «In questi grattacieli ci sono famiglie che hanno speso i loro risparmi, si sono esposte con prestiti e mutui per un appartamento che post Grenfell non vale nulla. Appartamenti restaurati con materiale infiammabile hanno valore zero ed è un grosso problema sociale, forse è anche per questo se dopo 7 anni, con quello che è successo, con 72 vittime, ancora non c’è un piano definito. Cambiano tempi e luoghi, ma è sempre questa sete di denaro a causare queste tragedie».