Francia è ancora caos, Macron rifiuta il nome della Castets: al via il secondo giro di consultazioni senza Melènchon e Le Pen
Emanuel Macron ha rifiutato la designazione di Lucia Castets come primo ministro. La Francia rimane ancora nel caos e l’Eliseo si appresta ad effettuare il secondo giro di consultazioni per sbrogliare la matassa, a ormai quasi due mesi dalle elezioni politiche. Ma alla seconda tornata il Capo dello Stato non inviterà ne il Rassemblement National di Le Pen e Bardella( e questo ci sta perché è fuori dall’arco costituzionale voluto dal presidente) ma soprattutto non farà salire le scale del palazzo a La France Insoumise di Melènchon: una decisione che ha scatenato polemiche e irritazioni e che lascia sempre di più nel pantano il Paese.
Castets, Faure e Tondelier non incontreranno il presidente
La decisione di Macron di tenere fuori La France Insoumise non è stata immune da conseguenze: la stessa Castets, il leader socialista Olivier Faure e Marine Tondolier hanno annunciato che non saliranno all’Eliseo. Una conseguenza della politica macroniana che mette sempre di più la Francia in una situazione di stallo.
La Francia al bivio, venerdì il secondo giro
Melènchon aveva spiazzato Macron rinunciando ad entrare direttamente nel governo con propri ministri e assicurando l’appoggio esterno in caso di incarico alla Castets. Ma il braccio di ferro con l’Eliseo evidentemente non era ancora finito. Macron ha fissato per venerdì prossimo il secondo giro delle consultazioni.
Il presidente punta a un governo tra moderati e socialisti che tenga fuori La France Insoumise e non ne ha fatto mistero sin dal primo giorno successivo alle elezioni.
L’ipotesi Canezeuve come Matignon(il primo ministro nella definizione francese) resiste ma per fare questo bisogna spaccare necessariamente il fronte della sinistra, trovando la maggioranza dei 289 voti richiesta in Parlamento. Il presidente è probabilmente sicuro di riuscire a snervare il fronte social-comunista e a trovare una quadra. Il che significherebbe di fatto lasciare fuori, oltre al Rn, l’altro partito che ha vinto le elezioni. L’ennesimo azzardo di Macron.
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