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Август
2024

Anziana di Mestre muore di West Nile 

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È morta ieri mattina dopo aver contratto il virus della West Nile, Ester Maguolo, 96 anni, un fisico da combattente e nemmeno un raffreddore nelle ultime settimane. Aveva superato il lockdown e non aveva mai preso il Covid, neanche in forma leggera.

Ecco perché ora la famiglia è disperata e amareggiata. Tanto da lanciare un forte appello al Comune e alle autorità competenti, perché «disinfestino di più e meglio». Ester Maguolo risiedeva in un appartamento a Trivignano (nessun giardino se non una terrazza, anche se l’abitazione confina con un campo), era autonoma, non aveva bisogno di nessuno, cucinava per tutti e cuciva calzini.

La sera del 13 agosto, i famigliari l’avevano vista stanca e strana, e dato che non accadeva mai, avevano chiamato, allarmati, il 118.

I sanitari giunti in casa le avevano preso i valori, che erano tutti a posto, ma non misurato la febbre, consigliando ai figli di portarla all’ospedale il giorno dopo se fosse peggiorata.

«Mio fratello aveva dormito con lei ma il 14 agosto» racconta la figlia Loretta «le era salita la febbre a 39, così l’abbiamo portata all’Angelo, in area rossa. Nel frattempo era già a 41. Le hanno fatto tutti gli esami, non c’era infezione polmonare, né urinaria, nulla.

Un medico in gamba, dopo che aveva avuto una crisi forte dovuta alla febbre, ci ha comunicato che le avrebbe fatto i test per il virus del West Nile». Nessuno, però, credeva fosse possibile, visto che non aveva viaggiato né era stata in gita fuori porta. Il risultato è arrivato il 19 agosto.

«Ci ha chiamato il Servizio igiene e sanità pubblica per dirci che era positiva. Il medico ci ha detto che aveva già contratto l’encefalopatia». E che c’era, dunque, poco da fare.

Ester è mancata ieri mattina, dopo dieci giorni di agonia, lasciando la sua famiglia nel dolore.

«Non ci diamo pace» dice ancora la figlia «mia madre era una guerriera e voleva vivere. Possibile che una persona sana muoia per una zanzara infetta, punta nella sua abitazione?».

L’anziana, che fino a una decina di anni fa era conosciuta perché sfrecciava in bicicletta ovunque, da qualche anno si spostava meno. I figli le facevano la spesa, ma era perfettamente autonoma.

Si faceva da mangiare, preparava di tutto per famigliari e nipoti: dagli gnocchi alle sarde in saor passando per il pasticcio, per non parlare delle marmellate. Mai comperato una passata di pomodoro in barattolo o scatoletta, non se lo sarebbe mai perdonata. «Aveva il pollice verde» racconta ancora la figlia «sapeva far risuscitare qualsiasi pianta».

Aveva cresciuto ben sei figli, lavorato in casa e poi con gli animali. Ma era soprattutto per il suo carattere che le amiche e i famigliari, le volevano bene. «Era una roccia, sempre positiva e ottimista, infondeva coraggio in tutti noi». Ed è per questo, che adesso i figli – Luisa, Loretta, Giorgio, Franco, Rinaldo e Claudio – non riescono a capacitarsi di quanto accaduto. «Servono disinfestazioni più efficaci, non si può morire così» dicono.

I funerali si terranno venerdì alle 10 a Trivignano. Il compianto don Sandro Vigani, a cui era affezionata, le diceva sempre «Ester ti xe na roccia»

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