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Август
2024

Monfalcone, la rabbia dei residenti dopo l’installazione della maxi antenna di via Boccaccio: «Noi presi in giro»

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MONFALCONE. «Non vogliamo essere presi in giro». Sbigottiti davanti al materializzarsi, mercoledì, di una coppia di tecnici privati dedita all’installazione della prima serie di ripetitori sul totale di 18 previsti per l’attivazione del nuovo antennone di via Boccaccio i residenti non ci stanno.

Si aspettavano almeno «uno straccio di comunicazione dall’ente», dato che lo scorso 10 giugno in municipio ci si era lasciati, come puntualizza Giuseppina Ferrando, con l’impegno a rinnovare il tavolo «una volta ottenute le informazioni richieste dagli abitanti».

Cosa che «non è avvenuta». Ferrando è la referente del gruppo spontaneo di cittadini (una trentina i firmatari della petizione con al centro la richiesta di spostamento dell’impianto su 150 famiglie coinvolte) che si è rivolta mesi addietro al Comune per chiedere tutela. In questo confronto i residenti di via Boccaccio si sono addirittura offerti di accollarsi le spese di spostamento dell’antenna, la cui «casa più prossima dista solo 9 metri».

E appunto si attendeva dalla società un preventivo di spesa per imbastire il ragionamento. Ma in questi mesi, niente. All’incontro di giugno era emerso che Cellnex-Wind ha titolo per proseguire nella sua installazione, non sussisterebbe un’area alternativa idonea e l’azienda non è comunque intenzionata a sborsare quattrini per un trasferimento. Così mercoledì, all’arrivo dei tecnici, ottimisti nel definire l’attivazione dell’antenna «questione di un paio di giorni», Ferrando s’è precipitata in Comune.

Ha poi appreso via mail dagli uffici che per le vie brevi (per ora Cellnex l’ha solo così reso noto all’ente, rimandando a una comunicazione scritta in settimana) che il costo dell’ipotetico spostamento ammonterebbe a «circa 100. 000 euro». La referente ha insistito per ottenere comunque un incontro con l’amministrazione, da cui formalmente si aspettava la notizia dell’installazione dei ripetitori, e quest’ultima l’ha concesso l’11 settembre.

Frattanto l’ente ha diffuso agli organi di stampa una nota, in cui si annuncia che «l’attuale giunta ha predisposto una nuova bozza di regolamento», dove sono incluse «la partecipazione e consultazione dei cittadini» sul tema delle antenne e «a breve verrà portata all’attenzione del Consiglio comunale».

Insomma, “Mai più il caso di via Boccaccio”. Sempre nella nota l’ente riconduce alle precedenti amministrazioni di centrosinistra il vulnus che oggi consente simili installazioni senza che i cittadini possano in pratica dire la loro: «Le norme stabilite dal Regolamento della telefonia mobile, approvato nel 2013 dalla giunta guidata dall’ex sindaco Altran, danno la possibilità alle compagnie telefoniche, in questo caso Wind Tre Spa, di installare un’antenna in via Boccaccio, per la cui installazione l’Arpa ha emesso un parere tecnico sul rispetto dei limiti necessari nell’iter autorizzativo». Sempre l’ente rileva che quell’anno, «in sede di adozione, purtroppo nessuno dei portatori di interesse – come i residenti di via Boccaccio – aveva ritenuto di presentare osservazioni in merito all’ubicazione per chiederne una modifica».

Insomma, l’antennone è una partita ormai persa e «solo dopo la realizzazione e messa in esercizio dell’impianto, l’Arpa potrà eseguire idonei controlli tramite misurazioni del campo elettromagnetico nell’ambiente». Operazioni, stando a Ferrando che ha approfondito il punto, al costo di «300 euro per privato o pubblico». «Non abbiamo neanche mai saputo quanto l’antenna precisamente dista dal Cisi, zona sensibile – conclude Ferrando –: ci hanno solo detto in via generica che la distanza supera i 100 metri, limite di legge». Nell’incontro anche il comitato di rione aveva ritenuto che la consultazione dei cittadini sarebbe stata opportuna, benché non prevista da norme, sostenendo lo spostamento precauzionale.