F1, per la Ferrari un venerdì di mediocrità e anonimato. Weekend da quarta forza in Olanda?
È stata una giornata molto complicata per tutti a Zandvoort, dove si sono disputate le prime due sessioni di prove libere del Gran Premio d’Olanda di F1. La FP1 è stata fortemente condizionata dalla pioggia, mentre la FP2 – seppur tenutasi sull’asciutto – è stata caratterizzata da una sosta causata della bandiera rossa esposta dopo l’incidente patito dalla Haas di Nico Hülkenberg.
In altre parole, tanti team avevano bisogno di riscontri concreti relativi alle migliorie apportate alle proprie vetture, ma hanno potuto raccoglierne molti meno di quanto avrebbero potuto e voluto. È stato un venerdì difficile per tutti, dunque. Però, per qualcuno, è stato anche più difficile che per altri. Fra chi ha vissuto un dì inaugurale travagliato c’è la Ferrari.
Carlos Sainz ha chiuso quarto la FP1 e penultimo la FP2, letteralmente vanificata da un problema al cambio. Charles Leclerc è rimasto nella mediocrità del tredicesimo tempo nella sessione inaugurale e del nono in quella successiva. Va però rimarcato come le Rosse abbiano lavorato principalmente con gomma media, soprattutto nel turno iniziale, limitando al minimo i giri con mescola morbida.
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Le performance sono pertanto relative, ma in generale la Scuderia di Maranello ha dato l’impressione di essere in affanno nel confronto diretto con tutte le rivali. McLaren e Mercedes hanno brillato di luce propria, Max Verstappen ha comunque inciso più di un Cavallino Rampante francamente anonimo.
Sainz, ahilui, deve incassare un grosso handicap in termini di giri percorsi, viepiù grave se si pensa a come Leclerc si sia trovato alle prese con il rompicapo del set-up. La SF-24 pare aver sofferto oltremodo il forte vento, dal quale Zandvoort è stata perennemente spazzata. Insomma, pochi punti di riferimento per la Scuderia di Maranello, senza che ve ne sia mezzo a risultare incoraggiante.
Si prospetta un weekend da quarta forza per le Rosse, destinate a fare da comprimarie? Lo scopriremo nelle prossime ore. A oggi, si può solo sperare che chi ha la parola “Rosse” nella radice del proprio nome, avesse ragione quando affermava che “domani è un altro giorno”.