Bayesian, gli inquirenti analizzano le immagini sul fondo del mare. Individuato e recuperato il corpo di Hannah Lynch
Proseguono le indagini per determinare cosa abbiamo portato nel giro di 16 minuti una barca a vela – considerata “inaffondabile” – a finire a quasi 50 metri in fondo al mare di Porticciolo (Palermo). Intanto è stato individuato e recuperato il corpo dell’ultima dispersa Hannah Lynch, la figlia diciottenne del magnate inglese Mike. Tra fake news e ipotesi di errori grossolani da parte dell’equipaggio, anche in considerazione del fatto che l’altro veliero che nella rada non solo non ha subito danni, ma il capitano ha salvato i 15 superstiti, i magistrati della Procura di Termini Imerese (Palermo) sono al lavoro sulle immagini dello scafo.
Il veliero è appoggiato sul fianco destro, dopo essere affondato di prua, come hanno raccontato i testimoni e i superstiti agli investigatori. Tra oggi e domani saranno disposte le autopsie sui corpi. Erano riprese questa mattina le ricerche per cercare l’ultima dispersa del naufragio del veliero. I sub si sono immersi nello scafo e lo hanno trovato. Con l’ultimo recupero sono stati recuperati i cadaveri delle sette persone rimaste intrappolati dentro lo scafo della barca a vela. A parte quello del cuoco, trovato fuori dallo scafo, i cinque corpi sono stati ritrovati fuori dalle cabine, in una zona della nave che si è allagata per ultima poco prima di inabissarsi. Segno dello strenuo tentativo di cercare una via di fuga dall’imbarcazione. Sono 15 invece i superstiti.
In questa fase delle indagini l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per consentire la nomina dei consulenti di parte che partecipano agli accertamenti. Gli inquirenti stanno passando in rassegna le azioni e le decisioni del comandante del Bayesian, il 51enne neozelandese James Cutfield e del primo ufficiale Matthew Griffith, 22 anni francese che per ruolo hanno la responsabilità della nave.
Anche la posizione dell’armatore è al vaglio degli inquirenti. Gli inquirenti stanno concludendo gli interrogatori dei 15 superstiti, hanno acquisito dal gruppo Italian Sea Group, proprietaria di Perini Navi che nel 2008 varò il veliero oceanico, tutte le informazioni su scafo e albero per certificare che tipo di dispositivi di sicurezza aveva la barca. L’obiettivo è cristallizzare le condizioni del relitto all’interno e all’esterno e da lì accertare eventuali malfunzionamenti o errori umani.
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