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Август
2024

Ius scholae, Zaia e Fedriga allineati. Il Nord Est dice no: «Diritti già garantiti»

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A Nord Est nessuno vuole lo Ius Scholae, né il Friuli Venezia Giulia e nemmeno il Veneto. Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, due dei governatori di Regione più amati d’Italia secondo le classifiche sul gradimento, hanno detto no: hanno espresso la loro contrarietà al principio che vorrebbe riconosciuta la cittadinanza italiana ai giovani con background migratorio, che abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese.

La posizione di Zaia e Fedriga

Dunque anche il volto buono della Lega chiude le porte al cambiamento proposto a sorpresa da Forza Italia e sostenuto da sempre dalle forze democratiche. «Trovo legittimo che ci possa essere una discussione sulla cittadinanza, rispetto le idee di tutti ma non sono nemmeno per lo Ius Soli», precisa Zaia. «È una scelta che non ci fornisce alcuna garanzia. Saranno davvero italiani? Avranno progetti di vita? Conosceranno la nostra lingua? La cittadinanza non è a tempo determinato e nemmeno revocabile». Il presidente del Friuli Venezia Giulia è sulla stessa lunghezza d’onda, che poi è la linea espressa dal segretario federale Matteo Salvini. «Considero la cittadinanza la certificazione di una avvenuta integrazione, altrimenti si corre il rischio che venga concessa in un modo improprio o che ci possano essere delle distorsioni», evidenzia Fedriga.

Diritti dei minori e tempi della cittadinanza

Entrambi i governatori sostengono che i diritti dei minori siano già garantiti. «Le ultime carte che ho visto sul progetto Ius Scholae prevedevano la cittadinanza per chi ha fatto un percorso scolastico di almeno 10 anni», fa presente Zaia. «Facendo due conti: a 6 anni iniziano con la elementare, più 10 anni fanno 16. A 18 quegli stessi ragazzi e ragazze possono richiedere la cittadinanza italiana. Ed è a questo punto della faccenda che c’è il vero problema». Il governatore veneto ne fa un problema di efficienza, più che di cambio di paradigma. «Raggiunti 10 anni di vita in Italia e la maggiore età, e pretesa la conoscenza della lingua italiana, bisogna velocizzare le procedure per ottenere la cittadinanza», dice Zaia.

Le posizioni di Zaia e Fedriga su altri temi di diritti civili

Luca Zaia è noto per le sue posizioni di apertura nei confronti dei diritti civili per le coppie omosessuali ma anche sul suicidio medicalmente assistito. È stato lui uno dei principali promotori della proposta di legge regionale che poi è stata bocciata per un solo voto in consiglio regionale. In Friuli Venezia Giulia, invece, quella proposta di legge dell’associazione Coscioni in consiglio non ci è nemmeno arrivata: è stata fermata prima nella Terza Commissione, competente in materia di Sanità.

Il dibattito sullo Ius Scholae e le Olimpiadi

La posizione di Fedriga sullo Ius Scholae era prevista, quella di Zaia un po’ meno. «Questo non vuol dire che non dobbiamo essere solidali, ma un conto è essere solidali un altro è dare un passaporto. Consideriamo anche la posizione geografica dell’Italia. Diventeremmo fortemente attrattivi, perché il passaporto italiano è una garanzia: diventi europeo, ti inserisce in un sistema di cure sanitarie e servizi universalistici. Difficilmente si riuscirebbe a governare una simile esposizione». Il dibattito sulla cittadinanza si è riaperto con le Olimpiadi di Parigi, di fronte alle imprese sportive di atlete e atleti di seconda generazione. «Paola Egonu e Myriam Sylla per me sono italianissime», ha ribadito Zaia contrariamente a quanto sostenuto dal generale Roberto Vannacci. «Ma queste sono ragazze che hanno un progetto di vita, hanno compiuto una scelta».