ru24.pro
World News in Italian
Август
2024

Giornalista aggredito, arrestato l’ex candidato a sindaco Igor Bosonin

0

/ IVREA

C’è anche il 46enne Igor Bosonin tra i quattro militanti di Casapound finiti agli arresti domiciliari per l’aggressione al giornalista de La Stampa, Andrea Joly, dello scorso 20 luglio a Torino. Gli indagati erano cinque.

Il politico eporediese, a cui la Lega ha ritirato la tessera dopo l’episodio, è stato raggiunto dal provvedimento disposto dal gip della procura subalpina, all’alba di ieri mattina, giovedì 22 agosto. Stessa sorte per Euclide Rigato, 45 anni, torinese, Marco Berra, 35 anni, di Cuneo e Paolo Quintavalla, artigiano di Chivasso, identificato come l’uomo che ha stretto il braccio intorno al collo del giornalista quando era già a terra quasi fino a fargli mancare il respiro.

Per tutti e quattro gli indagati le accuse mosse dal pubblico ministero Paolo Scafi sono violenza privata aggravata e lesioni. Non è scattata invece la misura cautelare per Maurizio Galiano, 53 anni, un operaio meglio conosciuto col soprannome di “Maurizione”, amico di Bosonin e indagato insieme agli altri, ma con un profilo marginale.

I fatti: l’aggressione al giovane cronista del quotidiano torinese era avvenuta durante la festa per i 16 anni dalla fondazione del circolo Asso di bastoni, aperto in via Cellini 22 a San Salvario. La sua colpa era stata quella di volerla documentare con foto e video, attirato dal florilegio di torce da segnalazione e dalla colonna sonora di cori fascisti

«Sei con noi?» gli avrebbero chiesto i cinque, circondandolo. «E se sei con noi perché fai le foto? Cancella le foto». Il resto è raccontato dalle immagini di alcuni video. Che lasciano poco spazio alla fantasia e all’interpretazione.

«Le modalità e il futile movente dell’azione delittuosa – scrive il gip di Torino Paola Odilia Meroni nell’ordinanza di custodia cautelare – danno conto dell’indole violenta, dell’istinto criminale spiccato e dunque dell’elevato grado di pericolosità di ciascun indagato» e aggiunge «il pericolo di recidiva specifica di ognuno, pur valutato il rispettivo stato di incensuratezza».

Igor Bosonin ha scelto, consultandosi con il suo legale, di non rendere, in questo momento, altre dichiarazioni pubbliche. Ma nelle ore successive ai fatti aveva affermato «di avere fiducia nella giustizia» e di «non aver colpito Joly ma di aver cercato di allontanarlo». Anche se le immagini raccontano una storia diversa.

«Condanno e ho sempre condannato ogni tipo di violenza perché io stesso nei fui pesantemente vittima durante una manifestazione» raccontò alla Sentinella del Canavese ribadendo poi la “sgangherata” teoria del presidente del Senato Ignazio per cui «Joly non si era qualificato come giornalista. Prima di lasciare la parola ai suoi legali Bosonin concluse esprimendo la certezza «di uscire da questa vicenda a testa alta».

Pochi giorni prima del fatto incassò parole al miele dal parlamentare della Lega, Alessandro Giglio Vigna che lo ha voluto candidato a consigliere ad Ivrea nel 2023 (fu candidato a sindaco, sempre ad Ivrea per CasaPound nel 2018: «È una persona impegnata nel sociale con esperienza amministrativa, padre di famiglia, gran lavoratore e un militante di cui la Lega di Ivrea è orgogliosa». Dopo l’aggressione fu lo stesso Giglio Vigna a revocargli la tessera dichiarando «Noi della Lega siamo da sempre antifascisti».

Per candidarsi nel partito di Salvini, Bosonin aveva lasciato il seggio di consigliere comunale a Traversella. Alle amministrative del giugno scorso, infine, era candidato sindaco a Vialfrè, nella lista leghista “Squadra Canavese”, che ha raccolto 3 voti (1,82%). Nativo della Valle d’Aosta dove mosse i suoi primi passi nella politica è anche il portavoce del Comitato 10 febbraio, associazione di promozione sociale - si legge - “con lo scopo di difendere e diffondere la cultura italiana delle terre giuliane e dalmate”. Musicista, è il batterista della band i “Ribelli d'Indastria”: con Marco Racca, capo di Casapound a Torino e voce del gruppo musicale.