Tra Ivrea e Salerano terzo scippo in un mese: stavolta in corso Nigra
IVREA. Iniziano ad essere troppi. Prima lo scippo del 22 luglio a Salerano, poi quello di via Chabod a Ivrea e infine quello che si è consumato mercoledì 21 agosto, dalle parti di corso Nigra, subito dopo la rotonda di Porta Torino: qui è stata strappata dal collo del proprietario la terza catenina. Sugli ultimi due, indagano gli agenti del commissariato di Ivrea e Banchette e pare che sul secondo, in particolare, il cerchio si stia stringendo sempre più, ma fino a questo momenti vige il più stretto riserbo sulle indagini. Chi ha visto quanto accaduto parla di ragazzi, per lo più giovanissimi.
Non c’è prova che gli episodi siano collegati, ma non sono gli unici reati predatori che si sono consumati nell’estate eporediese. Sedevano in un bar di via Torino, alcune clienti, quando una signora ottantenne, si è alzata dalla sedia per dirigersi in bagno, lasciando la borsa attaccata. Lesto, un ladro ha eluso la sorveglianza delle amiche, ed era già lontano, quando si sono accorte che la borsa della signora non c’era più. Sotto choc l’anziana, i poliziotti accorsi sul posto hanno potuto soltanto consolarla e accogliere la denuncia. Ma pare che nessuno abbia visto il ladro. Inoltre, alcuni testimoni hanno riferito di episodi simili nei giorni precedenti.
Il precedente scippo di una collanina, a Ivrea, è avvenuto il 30 luglio. A farne le spese un’anziana 84enne che tornava dalla spesa intorno alle 10 di mattina. È successo in via Chabod, nel quartiere di San Lorenzo, vicino ai campi da tennis.
Sul posto è subito intervenuta la volante della polizia di Stato. La signora non ha riportato ferite di alcun tipo, per fortuna e non ha avuto bisogno delle cure dell’ospedale. Era, però, comprensibilmente sotto choc per l’accaduto. Gli scippi, infatti, non sono usuali a Ivrea e nemmeno nel resto del Canavese. Sono fenomeni da grande città, un tipo di microcriminalità predatoria che, solitamente, tende a ripetersi dopo il primo episodio. Dal punto di vista del codice penale, si chiamano furti con strappo: «Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto». Il primo comma sarebbe quello che riguarda i furti in abitazione, o fatti introducendosi in un immobile di proprietà altrui. Un fenomeno certamente più presente in Canavese e che, come i furti con strappo, prevede una pena da 4 a 7 anni. Per capire quanto siano inusuali questo tipo di reati rispetto alle truffe e ai furti in abitazione, possiamo rivolgerci ai numeri. Nel periodo compreso tra il primo gennaio 2023 e il 15 ottobre dello stesso anno sono stati 1.201 i fascicoli per truffa di cui la procura di Ivrea ha contezza, dato quasi sicuramente sottostimato e che probabilmente conta diversi altri casi mai denunciati. Il numero di furti, unico reato più frequente nel periodo di tempo preso in esame, si attesta invece a 3.404, mentre i furti in abitazione sono 1.016 e le rapine 85.