L’Ufficio immigrazione di Trieste tra lunghe code e poca sicurezza
TRIESTE Il via libera tecnico per il progetto definitivo e la necessaria variante urbanistica per la nascita della nuova sede dell’Ufficio immigrazione della Questura in via Mascagni c’è, anche con il parere favorevole della Regione.
La Conferenza dei servizi il 29 luglio ha raccolto i pareri degli enti coinvolti, senza rilevarne di contrari, valutando comunque come il mancato riscontro da parte di un ente coinvolto nei termini previsti – come è accaduto per quello del Comune di Trieste – equivaleva ad un assenso senza condizioni. Il progetto è già definito, nei minimi particolari. Il prossimo passo sarà l’appalto dei lavori. I lavori partiranno entro un anno.
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Le criticità esistenti
L’esigenza della Questura di trovare una nuova collocazione per l’Ufficio immigrazione (non è coinvolto in questo progetto l’Ufficio passaporti) è emersa già anni fa, e poi si è imposta con maggior rigore dopo il grave fatto di cronaca del 4 ottobre del 2019, con l’omicidio dei due poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Quel dramma aveva sottolineato alcune criticità della struttura in termini di sicurezza.
Da tempo, infatti, l’atrio della Questura, vista l’aumentata affluenza a quegli uffici, per esigenze di spazi è destinato a ospitare gli sportelli dell’Ufficio immigrazione, con un via vai tra chi deve accedere anche ad altri uffici e il personale non facile da monitorare e che impone un’organizzazione diversa della struttura.
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Lunghe code
Le persone che devono fruire dell’Ufficio immigrazione, vista la forte affluenza, sono spesso costrette a lunghe code, in attesa del loro turno anche con il caldo afoso, il sole cocente, oppure il freddo, la bora, la pioggia. Tra loro migranti che avviano le pratiche di richiesta di asilo, oppure persone straniere che necessitano di un rinnovo del permesso di soggiorno: dal muratore alla badante, dal ricercatore della Sissa a chi ha bisogno di un permesso di soggiorno per delle cure mediche o per studio. L’esigenza di trovare una nuova collocazione andrebbe a dare quindi delle risposte ad almeno tre esigenze: quella della sicurezza di chi opera in questura, quella della dignità di chi deve rivolgersi a quello sportello.
Una caserma nella caserma
In via Mascagni si andrebbe a realizzare di fatto una caserma nella caserma. In quel compendio ci sono già il Commissariato di San Sabba e la sede della Stradale, oltre ad altri uffici logistici della Polizia di Stato. Quel polo, recintato, munito già di ogni dispositivo di sicurezza, al suo interno, in un’area che un tempo era destinata a campo di calcio, vedrà nascere la il nuovo fabbricato. Le persone che dovranno fruire dell’Ufficio immigrazione non attenderanno all’esterno, non ci saranno quindi code lungo via Boito – dove è previsto l’accesso a quel servizio – ma in una sala d’attesa interna.
Il progetto
Il progetto approvato prevede infatti che l’edificio da circa 820 mq sia suddiviso in una zona aperta al pubblico, con una sala d’aspetto con 50 posti, e una zona ad uso esclusivo del personale, con uffici per le diverse sezioni e l’archivio. L’area front office vedrà operare quattro sportelli. Dalla sala d’aspetto si avrà accesso ai locali per il fotosegnalamento, l’Easo (l’ufficio europeo di sostegno per l’asilo), i mediatori culturali e la sala medica.
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