Scende da un traghetto con una donna e i suoi figli, arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione
L’accusa che il pubblico ministero Roberto Terzo muove a una giovane donna albanese, madre di due figli, è alquanto grave: favoreggiamento di immigrazione clandestina, aggravato dall’uso di mezzi internazionali di trasporto.
E così, per ora resta la signora in carcere: il sospetto è che dietro ci sia una organizzazione criminale che utilizza “insospettabili” come passeur per stranieri che non potrebbero arrivare in Italia.
Le circostanze di questo arresto sono singolari: la donna è stata fermata, dopo essere appena scesa a Fusina da un traghetto in arrivo da Patrasso.
A bordo della sua auto, oltre ai suoi figli piccoli, anche un’altra donna con tre bambini piccoli, che alla Polizia di frontiera ha esibito documenti rumeni. Che sono, però, risultati falsi. L’ipotesi è che si tratti di una signora egiziana o siriana, in fuga all’estero con i figli - da chissà quale drammatica situazione tra le tante in medio oriente - magari per raggiungere il marito o qualche altro parente che si trova già in Europa.
Martedì si è svolta, davanti alla giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo, l’udienza per la convalida dell’arresto della giovane albanese e per il suo interrogatorio di garanzia. La signora - assistita dall’avvocata Tiziana Nordio - ha detto, tra le lacrime, di aver conosciuto l’altra donna a bordo del traghetto per caso, che i figli si erano messi a giocare e di aver quindi deciso di darle un passaggio.
Ma dal suo cellulare sono emerse fotografie che le ritraggono insieme, prima della partenza con la nave da Patrasso. E contraddittorie sono apparse anche le dichiarazioni della passeggera, che però non è stata arrestata. La giudice per le indagini preliminari Vitolo ha deciso non solo di convalidare l’arresto, ma anche di accogliere la richiesta di misura cautelare in carcere dalla Procura nei confronti della donna albanese, per permettere alle indagini di proseguire.