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Август
2024

Lasciati soli o con la colf, a rischio 54.505 over 75 padovani

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Murati in casa senza ascensore, vittime di truffe o raggiri, con i parenti in vacanza e, d’estate, senza la scusa di comprare anche solo pane e latte perché i negozi sono in ferie.

Nel Padovano sono 54.505 gli ultra 75enni che vivono potenzialmente soli o con un’assistente familiare: il 47.67% sugli 114.347 over 75 dell’intera provincia.

Lo rivela un’indagine dello Spi Cgil del Veneto su dati Istat relativi alla popolazione di fascia d’età indicata, fragile e poco autosufficiente.

Sono soprattutto donne, in totale 43.379 nel territorio provinciale (contro gli 11.126 uomini), di cui 4.432 nubili, 1.524 divorziate, e 37.423 vedove.

Nonostante Padova (e Treviso) registrino le percentuali meno elevate in Veneto, la guardia va tenuta alta.

«Osservate speciali sia le aree periferiche, più sguarnite di servizi, come la Bassa, che quartieri del centro dove l’edilizia pubblica anni Cinquanta e Sessanta ha di fatto realizzato trappole per i grandi anziani soli che camminano con fatica», allerta il vertice Spi Cgil Padova, Alessandro Chiavelli.

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Il fenomeno

«Di solitudine, ricordiamoci, si può morire. Ed è terribile sentire dalle cronache dei giornali che alcune persone anziane si spengono sole, dimenticate da tutti, e che ci si accorge del loro decesso solo dopo giorni se non settimane», denuncia Nicoletta Biancardi, segretaria generale del sindacato dei pensionati del Veneto.

Il fenomeno, per chi lo vive, è uno dei problemi più gravosi nella propria quotidianità, soprattutto in estate. In Veneto sono quasi 300 mila le persone che nei mesi caldi rischiano di perdere i punti di riferimento con le città che si vuotano. Nelle zone più isolate il disagio si accentua durante tutto l’anno.

«Per alcuni anziani diventa impossibile andare a fare la spesa perché il negozio sotto casa è chiuso», racconta Biancardi, «Può essere un’impresa anche recuperare i medicinali, per questo riteniamo necessario prevedere servizi a domicilio ma anche trasporti dedicati a chi non può muoversi in macchina o con altri mezzi. Come in passato stimoliamo una sorveglianza di vicinato, invitando le persone più giovani a relazionarsi con gli anziani soli che abitano nello stesso condominio o nella stessa via».

Periferia e centro

«Il problema è diffuso in tutto il territorio padovano ma peggiora nelle realtà di provincia», avverte Chiavelli (Spi Cgil Padova), che inquadra in primis le moltissime donne sole a vittime di un danno innanzitutto economico.

«Vivono di pensioni di reversibilità basse, fanno parte di una generazione, quella delle attuali settantenni, dove spesso non si lavorava», rileva il segretario. C’è poi il nodo dei servizi essenziali che non conosce confini tra centro storico e sobborghi.

«Più sei lontano dai centri urbani più è difficoltoso reperire generi alimentari di base e medicine nel vicinato», prosegue, «Un tema enorme è quello dei grandi centri commerciali che gli anziani hanno difficoltà a raggiungere: lo vediamo nella Bassa ma anche Vigonza, ricca per un certo verso ma dalla struttura urbanistica molto frazionata, con scarse attività di prossimità ancora esistenti».

Altro capitolo sono le case fatiscenti. «La quasi totalità dei soggetti campionati vive in appartamenti molto vecchi all’Arcella, Mortise, Guizza, Brusegana. Condomini figli del boom edilizio a cavallo degli anni’50 e’60, dove senza ascensore uscire è un dilemma», nota Chiavelli.

I prossimi dieci anni

Se denatalità ed età media in progressivo aumento viaggiano di pari passo, manca una prospettiva che le tenga assieme, sviluppandone il potenziale.

«La struttura della società odierna non ha tenuto conto del grande invecchiamento della popolazione», mette in luce il segretario, per cui da qui a dieci anni gli ultra 60enni costituiranno più del 30% della popolazione complessiva (fetta che, ad oggi, nel Padovano copre il 23%). «L’invecchiamento è un elemento positivo rispetto al dramma dell’inverno demografico a cui assistiamo, ma può diventare un croce se non si affronta con le politiche adeguate. Serve una svolta a livello nazionale», è l’appello.

L’amministrazione

Il Comune non è cieco alla problematica della solitudine tra i meno giovani, impegnato in progetti che promuove in tutto o di cui è parte.

Tra questi si ricordano “Una mano all’anziano” di Ascom Confcommercio; “Insieme e digitali”, realizzato dal Settore servizi sociali in collaborazione con Acli Padova, per arginare l’isolamento della popolazione e le problematiche connesse a stati di disagio e solitudine grazie a contesti di vita più attivi e inclusivi; “Noi non ci caschiamo! Facciamo rete contro le truffe! ”, per prevenire e combattere le truffe agli anziani.