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Август
2024

Addio a Pierangelo Pagani, fu massaggiatore anche al Milan di Sacchi

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PAVIA. Se n'è andato all'età di 76 anni, dopo aver lottato contro una grave malattia, ma il suo ricordo non svanirà mai nella comunità pavese. Pierangelo Pagani, con le sue mani miracolose, ha rimesso in piedi tantissimi atleti, dai campioni del Milan, dove aveva lavorato come massaggiatore per quattro anni, tra il 1987 e il 1991, al fianco del fratello Franco, ai ragazzi che frequentavano l'oratorio di Mirabello, passando per i tanti sportivi che venivano a trovarlo in studio, magari ancora in divisa da gioco.

Il Milan degli olandesi

Al Milan era arrivato nel 1987, nell'epoca gloriosa di mister Arrigo Sacchi e dei tre campioni olandesi, Gullit, Rijkaard e Van Basten. Nel club rossonero, aveva raggiunto il fratello Franco, anche lui massaggiatore, che oggi collabora con il Casteggio. Pierangelo lascia la moglie Gabriella, il figlio Simone con Donatella e il piccolo Tommaso. Giovedì 22 agosto alle 15 si terranno i funerali nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta a Mirabello.

Un ricordo commosso è quello di Pietro Alongi, consigliere comunale di Pavia, che conosceva molto bene Pagani. Dopo l'esperienza al Milan, Pierangelo aveva infatti aperto uno studio a Mirabello, circa trent'anni fa, nei locali dell'oratorio. «All’oratorio dicevamo sempre: “Vieni che andiamo da Pagani” – racconta Alongi – Con lui, perdiamo una persona generosa, buona, sempre pronta ad aiutare tutti. Curava gli acciacchi fisici dei residenti, dei ragazzi che frequentavano il grest all'oratorio e magari riportavano qualche lieve infortunio, di tanti sportivi, ma anche di anziani che arrivavano da Pavia e da tutta la provincia. Spesso non chiedeva nemmeno un compenso. Era davvero una persona di cuore».

Alongi ha salutato Pierangelo con un post accorato su Facebook. Ai clienti-amici, Pagani raccontava spesso aneddoti relativi al periodo vissuto al Milan. «Ci parlava di Milanello, quartier generale dei rossoneri – spiega Alongi – dei campioni che ha conosciuto da vicino. Il presidente Silvio Berlusconi lo chiamava ogni anno, a conferma dell'ottimo ricordo che Pierangelo aveva lasciato nel Milan».

Alessandro Quaglini