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Август
2024

Quanti turisti a Venezia? A deciderlo (anche) la soglia di sopportazione di chi ci abita

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La soglia di sostenibilità di turisti per il centro storico va aggiornata, tenendo conto anche dei fattori socioeconomici. In una parola, mettendo al centro le necessità dei residenti. Secondo il docente di Economia dei Sistemi Turistici di Ca’ Foscari Nicola Camatti, che ha pubblicato qualche giorno fa sulla Nuova l’intervento “Il turismo ha bisogno di offerte innovative e modelli sostenibili”, il modello che vede come soglia massima tra pernottanti ed escursionisti le 50 mila persone può essere affinato.

«È un modello di stress del sistema turistico», spiega Camatti, «negli ultimi anni, è diventato importante aggiungere anche il livello di intolleranza che i residenti hanno nei confronti nel turismo». Sul tema - al di là della protesta a Barcellona con le pistole ad acqua contro i visitatori che ha fatto discutere - si stanno moltiplicando gli studi.

«Quando i cittadini non vedono ritorni, aumenta l’intolleranza», argomenta Camatti, «È indubbio che in una città come Venezia, il discorso e il calcolo dello stress turistico debba andare avanti, perché senza numeri non si può stabilire né attuare una politica. L’intolleranza che vediamo, però, impone di affrontare anche altre variabili: una su tutte, la residenzialità».

Non basta individuare un numero: il calcolo deve essere accompagnato da una serie di misure e incentivi rivolti a chi, la città, la vive quotidianamente. «Tutti i modelli che spiegano il ciclo di vita di una destinazione, dimostrano che quando un prodotto turistico perde qualità, così dovrebbe iniziare il declino della destinazione stessa, perdendo appeal», sottolinea Camatti, «ma a Venezia non avviene».

Infatti, pur diminuendo la qualità dei servizi e della visita con numeri eccessivi di turisti per le calli, i dati degli arrivi non danno conferma del modello: i visitatori non rinunciano a Venezia. «Questo accade perché la città è un prodotto irripetibile. Infatti, Venezia continua a registrare un aumento di turisti. C’è un’asimmetria».

Ma non è tutto perduto, perché a fare da controbilancia c’è il risveglio di una sensibilità sostenibile. «Inizia a passare un messaggio che contribuisce a risvegliare un comportamento turistico più sostenibile», afferma Camatti, «i residenti un po’ alla volta mostrano che hanno una forza contrattuale, che sta diventando severa. Da qui, si ridimensiona qualità e quantità di turismo».

Il termometro della situazione, quindi, potrebbe cambiare proprio dal basso. «Anche le scelte di diversificazione, ovvero di creare un’economia che