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Август
2024

Le case di riposo di Treviso si contendono gli oss: al concorso si presentano in 96, ma 95 lavorano già

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Concorso per assumere operatori socio sanitari. Lo ha bandito l’Israa, per le sue quattro strutture cittadine - la Casa Albergo di viale Terza Armata, lo Zalivani di Fiera, il Ract a Santa Bona e il Menegazzi di San Giuseppe – confidando di tamponare l’emergenza e garantire gli standard di servizio adeguati agli ospiti residenti. La pianta organica dell’Ipab di Borgo Mazzini, oltre a 75 posti di infermiera/e, prevede quasi 500 posti per gli ausiliari dell’assistenza (che poi tanto ausiliari non sono più) suddivisi fra le quattro case di riposo a seconda di servizi e utenza.

Si sono presentati 96 candidati, in graduatoria ne sono entrati 55, che ora verranno progressivamente chiamati dai vertici dell’Ipab e dalle direzioni delle strutture.

Carenza di Personale e Rotazione degli Operatori Socio Sanitari

Ma c’è un dato che emerge in tutta la sua dura verità. Fra i 96 candidati che hanno partecipato alla selezione, uno solo non ha attualmente un’ occupazione. Gli altri 95, come emerge dalle domande, sono tutti già in servizio in altre strutture, anche nella nostra provincia e soprattutto in case di riposo dei comuni dell’hinterland. Ed i rumors del settore dicono in particolare nelle strutture di Dosson di Casier e di Silea, destinate dunque a perdere personale prossimamente, con tutte le implicazioni del caso.

Assunzioni Imminenti e Implicazioni per il Settore

Da quanto trapela, una ventina di candidate e candidati in graduatoria verranno chiamati subito in servizio, poi un’altra ventina sarà convocata entro la fine dell’anno. Come l’idraulico che in un celebre spot del passato copriva un buco ma subito ne vedeva un altro aprirsi da dove zampillava acqua, e così all’infinito, la coperta del personale per le case di riposo è cortissima. E non da adesso.

Cause della Crisi del Personale Socio Sanitario

Se una Rsa risolve i suoi problemi, altre sono inevitabilmente in allarme, perché sanno di dover soffrire di organici carenti, con necessità di provvedere alla sostituzione esplorando tutte le possibilità ed i margini di manovra. Un meccanismo che dura da tempo, acuito dalla pandemia: per dire, le stesse case di riposo cittadine che oggi assumono a suo tempo erano state svuotate dal concorso dell’Ulss 2, che sul piatto poteva mettere anche retribuzioni migliori. E anche questo aveva contribuito ad accentuare la carenza di oss da parte delle strutture dirette da Borgo Mazzini.

Proposte e Soluzioni per il Settore Socio Sanitario

Sul piano normativo, ha giovato alle case di riposo la deroga concessa fino al 2025 per l’importazione di personale straniero. L’emergenza – perché di questo si tratta, senza tanti giri di parole – ha radici lontane, in un micidiale combinato-disposto fra carenze programmatorie, in una società che da tempo invecchia senza tanti ricambi, e appunto il vistoso calo demografico. A questo si aggiunge il piano della valorizzazione sociale e della retribuzione, che non fanno certo aumentare l’appeal della professione.

Eppure, è diventato uno dei più richiesti, con la certezza, una volta abilitati, di trovare immediatamente lavoro. C’è chi invoca la creazione di un liceo sanitario, di durata quinquennale, che faccia da piattaforma formativa ad un ventaglio di professioni per il settore sociosanitario, come avviene in altri paesi; chi chiede una maggior riconoscimento sociale ad una professione sempre più indispensabile; chi adeguamenti retributivi; chi, più globalmente, il ripensamento della formazione per il personale che dovrà assistere un mondo più anziano e meno autosufficiente.