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Август
2024

È morto a 72 anni l’architetto Massimo Rocco, ex presidente dell’Ordine di Gorizia

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GORIZIA È morto a Gorizia, all’ospedale civile, Massimo Rocco: aveva 72 anni e sono in molti a ricordarlo per essere stato il presidente dell’Ordine degli architetti di Gorizia e poi degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori, sempre di Gorizia. Nel maggio del 2017, tuttavia, si era dimesso dall’incarico, circa due settimane prima della scadenza naturale del mandato, esprimendo la propria contrarietà alla scelta della Regione di affidare senza appalto la progettazione del restauro di villa Louise all’Ater di Udine: Rocco avrebbe voluto portare questa decisione al Tar, l’Ordine si è dimostrato contrario a questa soluzione e lui ha preferito dimettersi.

Classe 1951, goriziano, aveva ormai raggiunto la pensione e all’Ordine non era iscritto più.

«Ci conoscevamo da lunga data, dagli anni Sessanta: da quando l’Ordine professionale degli architetti comprendeva il territorio di Gorizia, Udine, Pordenone e si chiamava ancora Ordine del Friuli» lo ricorda con apprezzamento e non senza una certa commozione la collega e amica Luisa Codellia.

Di idee socialiste, Rocco si era laureato nel 1975 all’Istituto universitario di Architettura di Venezia (Iuav) e aveva insegnato in qualche scuola della provincia, oltre a svolgere la libera professione e, in tale veste, aveva pure ottenuto incarichi, specie nel campo dell’urbanistica, dal Comune di Gorizia: per esempio, aveva seguito una variante ai piani edilizia economica popolare (Peep).

«Sì, per me era davvero un caro amico – prosegue Luisa Codellia –. Era assai deciso nel portare avanti le proprie idee ed estremamente intelligente. Con lui la conversazione era sempre piacevole: pur non avendo una vita sociale intensa, con i conoscenti a lui più vicini manifestava una grande ironia. Purtroppo, le vicende sulle nuove leggi emanate dal Ministero di competenza, per cui spesso doveva recarsi a Roma, lo avevano profondamente amareggiato».

In fondo, non c’è da stupirsi: l’architettura, il suo mondo, era perennemente al centro dei suoi interessi, oltre ad assorbirgli la gran parte del tempo disponibile.

Non c’era quindi spazio per altre, prorompenti passioni, al di fuori della musica, con un viaggio compiuto da giovane a Bayreuth, al festival dedicato a Richard Wagner, che gli era rimasto nel cuore. Non è un caso, allora, che incentrato sull’architettura, o, meglio, su un suo celebre esponente del territorio, Rocco aveva in mente di realizzare un suo prossimo studio: un saggio su Max Fabiani, prendendo spunto dai lavori su di lui scritti da Marco Pozzetto. Un progetto