L’opposizione su Garritani: «Non c’è niente di nuovo, a Monfalcone governa ancora Cisint»
MONFALCONE L’intervista ad Antonio Garritani, sindaco reggente, ha politicamente fatto bingo, cioè ha acceso un dibattito. O meglio: un vespaio di reazioni a centrosinistra, alimentando in un altrimenti pacato agosto, il contraddittorio tra schieramenti, entrambi alla ricerca del giusto candidato sindaco, dopo l’uscita di scena a favor di Bruxelles di Anna Cisint, con il suo memorabile «Vado, ma resto».
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Dunque in attesa dello scatenarsi della campagna amministrativa 2025, il primo fuoco alle polveri lo dà la Sinistra, tramite i consiglieri Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo: «Che Cisint non abbia mai smesso di governare in contrasto palese con la norma che vieta un accumulo di cariche in un unico soggetto è evidente dalle parole di Garritani: al di là dei simbolismi degli uffici, non riesce a prendere posizioni forti su alcun tema se non quello, molto discutibile, di armare i vigili. E lo si vede – proseguono – quando gli viene chiesto se ha intenzione di riportare il dibattito politico nelle sedi deputate, cioè il Consiglio, discutendo le interrogazioni. La risposta, che rinvia al presidente d’Aula, invece che alla Capigruppo e in ultima analisi alla maggioranza, dimostra ancora una volta come il governo cittadino sia ostaggio della Lega, con 8 assessori su 10 in giunta».
Oggettivamente, chiedono Morsolin e Saullo, può avere un sindaco con tale esecutivo libertà di manovra? «Il problema, in effetti, non sarà l’ufficio», ironizzano. Sulla sicurezza, poi, la Sinistra accusa la maggioranza d’aver «colpevolmente trascurato investimenti sul sociale e la prevenzione», sicché «in una città in cui molti dei fattori di allarme su cui riflettere riguardano giovanissimi, a volte neanche 15enni, non si capisce come il taser costituisca una risposta al disagio: è un’incomprensibile militarizzazione».
Bacchettate pure sulla grande fabbrica: «Anni di proclami per ottenere il nulla cosmico per la città e grandi vantaggi per Fincantieri. Politicamente la destra al governo comunale, nazionale e regionale s’è distinta nel 2023 per il regalo all’impresa col decreto sul fondo amianto: altro che pugni sul tavolo». Mentre – arringano – quando si va nel concreto, «la responsabilità della mancata posa di spogliatoi per l’appalto viene incomprensibilmente scaricata sui sindacati». Il modello è dell’era Cisint, pur se «meno urlato»: quando le cose vanno bene «è merito della maggioranza, se vanno male dell’opposizione».
A parer di Diego Moretti, capogruppo regionale del Partito democratico le affermazioni di Garritani paiono «sicuramente diverse nei toni e contenuti rispetto a quelle dell’ex sindaca e sodali», in «discontinuità». «Ovviamente – rileva – mancano fatti a confermarlo e un’attenzione al territorio che in otto anni di amministrazione è totalmente mancata, se non nella volontà di Cisint di annessione e umiliazione. FdI si faccia valere».
Entra nel merito la dem Lucia Giurissa, capogruppo comunale: «La boutade del taser è l’ultima di una lunga serie di proposte che hanno martoriato il regolamento di polizia municipale: ormai il rapporto tra sicurezza percepita e livelli di criminalità effettivi non hanno alcuna relazione, vista l’alta marea di propaganda securitaria. D’altra parte, nella gran rincorsa a destra tra FdI e Lega abbiamo già sperimentato che l’unica vittima è la coesione sociale: la pessima nomea della nostra città ci precede oramai in tutto il Nordest e il disagio continua a esser sottovalutato».
«Garritani – aggiunge – può essere sincero con la pacatezza dei toni e del confronto istituzionale, ma non sfugge a nessuno l’ingombranza di Cisint fuori e dentro i social. Potrebbe far valere la sua voce con i livelli sovraordinati di FdI sugli spinosi temi a livello sociale, economico e ambientale, ma probabilmente gli sarà consentito occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione fino al voto». E in cauda venenum: «Garritani ostenta la pacatezza di un nonno severo, ma non può fare altro che lo yesman devoto all’eurodeputata iperpresenzialista».