Tram di Opicina in stallo, la Regione medierà sui lavori voluti da Roma
TRIESTE Dopo la tegola del nuovo regolamento che impone ulteriori lavori sull’intera linea della Trieste-Opicina, la Regione intende fare la sua parte per smuovere l’impasse in cui è nuovamente infilato il tram. Lo farà nelle prossime settimane tentando di capire se le prescrizioni contenute nel regolamento, inviato lo scorso primo agosto al Comune di Trieste dall’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali) sono così granitiche, come sembra, o se c’è margine di manovra.
In particolare la Regione, visto che fa parte del tavolo tecnico (insieme al Comune, alla Trieste Trasporti e, appunto, all’Ansfisa) che ha lavorato per nove mesi alla stesura del documento, cercherà di favorire le interlocuzioni con il ministero dei Trasporti.
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Il Comune stesso, dal canto suo, chiederà che le richieste sui nuovi interventi contenuti nel regolamento vengano introdotte in occasione delle manutenzioni future. In pratica prorogate. Anche perché, come viene fatto notare dal Municipio, in occasione delle verifiche successive ai lavori del 2014, l’intera linea non era stata oggetto di rilievi da parte di Ansfisa (all’epoca Ustif). E il percorso tramviario è rimasto lo stesso, così come le vetture e le normative di riferimento.
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Le opere aggiuntive previste dal regolamento dell’Ansfisa riguardano binari, scambi e recinzioni, cui si sommano altri lavori sulle carrozze: freni, assali delle ruote, dispositivi di sicurezza. Dal 2016 in poi sono stati aperti cantieri in tre punti del percorso della linea 2, che ora andrebbero quindi estesi al resto.
Il Comune, in attesa di capire come gestire le nuove prescrizioni, per il momento ha manifestato disponibilità a impegnarsi da subito su alcune migliorie al progetto originario, già concordate a settembre: la ricalibratura di una giunzione tra due rotaie situate circa 200 metri a monte di Campo Cologna (un innesto “a spigolo” che va aggiustato), la revisione dei meccanismi degli scambi lungo tutto il percorso Trieste-Opicina e la recinzione dell’area di Cologna; e, ancora, sulle vetture: l’installazione dei freni a pattino e di un “vigilante”, vale a dire un sistema di sicurezza autofrenante. —