Da Quero un container di aiuti per il Congo
Un container carico di aiuti e speranza che idealmente da Setteville (materialmente da Venezia) navigherà fino alla cittadina di Mbandaka nella Repubblica Democratica del Congo. Un progetto fortemente voluto da Carol Yanga Ilako, cittadina di Quero da quasi 40 anni che ha sempre tenuto nel suo cuore la propria terra di origine, il Congo. Il suo sogno è riuscire ad aiutare le persone della propria terra natia e per questo ha fondato da tempo l’associazione Bana Ekanga ODV, con sede in via San Girolamo a Quero, al fine di realizzare un progetto di sviluppo e cooperazione basato su donazioni e solidarietà da parte di privati.
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«Sono passati 37 anni da quando ho lasciato il mio paese d’origine, il Congo e dentro di me ho sentito forte il desiderio di riportare in quella terra, ricca ma sfruttata, una parte di me», afferma Carol. Abbiamo creato un’associazione con scopo di promuovere ed attivare iniziative volte allo sviluppo dei gruppi di persone e piccole comunità nella cittadina di Mbandaka. L’ente si occupa di raccogliere donazioni in denaro, materiali ed attrezzature utili nei settori dell’agricoltura e dell’artigianato», sottolinea Carol che evidenzia come questi due ambiti di intervento consentano un’azione diretta, mirata, ma soprattutto adeguata sul piano pratico, vocazionale, ma soprattutto di bisogno effettivo e immediata necessità del territorio.
Tra tutti i paesi africani la Repubblica Democratica del Congo potrebbe essere considerato il paese più ricco di risorse ambientali, la sua ampiezza ma soprattutto la ricchezza del suolo e del sottosuolo, la presenza di minerali e metalli preziosi, la presenza abbondante d’acqua e la vastità di foreste e terreni coltivabili sono stati da sempre l’opportunità mancata e tallone d’Achille di questo meraviglioso paese.
Tanto più vi è ricchezza da prelevare tanto più vi è sfruttamento. Il progetto ha carattere inclusivo ed aggregativo, basato sul concetto lavoro collettivo/unico obiettivo, con lo scopo di focalizzare l’intervento esterno al fine di creare una struttura autonoma dal punto di vista organizzativo ed economico.
«La nostra idea prevede l’invio di un container nella capitale Kinshasa, da dove sarà scaricato per il trasporto su chiatta per risalire il fiume Congo fino a Mbandaka». Il materiale è tutto di recupero, raccolto mediante spontanee donazioni. Le cose superflue, che andrebbero gettate, possono essere ancora utili specie per chi non possiede nulla.
«In particolare ci siamo concentrati nella raccolta di vecchie macchine da cucire, negli scampoli, perché sono necessari per l’avvio di un piccolo laboratorio tessile, che sarà anche punto di aggregazione, dove le ragazze possano ritrovarsi per realizzare dei progetti nell’ambito della moda, dall’ideazione, all’auto produzione e alla successiva commercializzazione per rifinanziare l’acquisto del materiale», racconta Carol.
Altri materiali e attrezzature su cui è concentrata la raccolta sono gli attrezzi agricoli, inizialmente per la creazione di orti collettivi, che consentono in breve tempo di dare sostentamento essenziale alle famiglie. Un passo successivo sarà l’acquisto di un trattore per consentire un altro genere di coltivazione sempre basato su base collettiva, o a disposizione di piccoli gruppi di famiglie.
La raccolta fondi serve per finanziare la spedizione del container e possibilmente l’acquisto di attrezzature che non si possono avere mediante le donazioni. «Tali attività saranno svolte ed organizzate grazie anche al riscontro positivo delle autorità locali con le quali abbiamo già avuto diversi contatti nei mesi scorsi, a livello politico e amministrativo, sia per il trasporto in loco del container che per la realizzazione del progetto, in quanto l’iniziativa è particolarmente attesa e sentita per dare un segnale di speranza e cambiamento alle persone di quell’area della vasta Congo», conclude Yanga Ilako.
Per chi volesse contribuire: Banca Etica Iban: IT13N0501812000000020000067, per contatti e informazioni: Carol 334/ 5936205. —