Urla e liti accese tra genitori e figli: casi in aumento nel Pordenonese
Se è vero che il caldo come si dice a volte “dà alla testa” e accende gli animi, con conseguenze che finiscono nella cronaca dei giornali, ci sono animi che si accendono sempre di più ma la correlazione con le torride temperature o i colpi di sole non è così scontata.
Sono sempre più frequenti nel pordenonese le liti in famiglia, tensioni che esplodono e, per fortuna, così come nascono si placano e i contendenti tornano alla calma in breve tempo.
Quando la situazione inizia a degenerare, ci pensano le forze dell’ordine, allertate il più delle volte dai vicini di casa infastiditi dalle urla o preoccupati per quello che avviene oltre la porta dell’inquilino a fianco.
Quello delle baruffe familiari accese è un fenomeno in aumento negli ultimi mesi.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non riguardano solo dissidi tra moglie e marito, compagna e compagno, ma ci sono sempre di più di mezzo i figli adolescenti, che ingaggiano discussioni con i genitori. Basta poco per accendere scintille che divampano in lite.
Un “no” considerato di troppo, limitazioni sull’orario di rientro da una serata o sull’abbigliamento scelto rischiano di diventare terreno fertile per diverbi che raggiungono decibel alti.
Tuttavia, a sorprendere non è solo l’aumento dei casi, quanto anche l’abbassamento dell’età media dei ragazzini coinvolti. Dai dati noti, la fascia di età più coinvolta è tra i 14 e i 16 anni.
Nella maggior parte degli interventi, la dinamica sarebbe sempre la stessa. Un copione, dunque, che inizia con un “no” del genitore e finisce con grida da entrambe le parti.
Una conversazione a voce alta, talmente elevata, in grado di arrivare anche alle orecchie dei vicini di casa che, infastiditi e indispettiti dal comportamento irrispettoso, si vedono costretti a rivolgersi ai tutori dell’ordine.
Come si è detto, nell’elenco degli argomenti “intoccabili” per i figli più riluttanti ad ascoltare mamma e papà, soprattutto l’orario di rientro serale, o notturno per i più grandicelli, e il “decoro” nella scelta dell’abbigliamento.
Il più delle volte si tratta di situazioni litigiose che non rischiano di sfociare in aggressioni, ma solo discussioni dai toni molto accesi per futili motivi, che però sono in grado di provocare disturbo alla quiete del palazzo o del vicinato e rendere per questo necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Tuttavia, oltre alla “delazione” per motivi di fastidio, c’è anche chi lo fa per paura che le liti possano degenerare con conseguenze più gravi, e non sentirsi in colpa dopo per non essere intervenuti.
Tornando al caldo, anche se come detto le temperature non c’entrano molto con questo fenomeno, è indubbio che l’escalation di litigi sia concentrata nei mesi estivi.
La spiegazione però è semplice. È il periodo in cui le uscite dei giovani - anche in vacanza dall’impegno scolastico – sono più frequenti, come anche la tendenza a scoprirsi di più nell’abbigliamento, e qui c’entra sicuramente anche il caldo. Ma non sono solo le discussioni in famiglia a tenere impegnate le forze dell’ordine.
Nelle ultime settimane si registra anche una raffica di interventi per festeggiamenti che si protraggono fino a dopo la mezzanotte. Comportamenti allegri, a volte rinvigoriti da qualche bicchiere di troppo, che possono arrecare disturbo alla quiete pubblica, spingendo qualcuno a chiedere l’intervento risolutore in forza di legge. A Ferragosto si è registrato più di un caso.
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