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Август
2024

Dentro la stazione fantasma di Rozzol e Montebello: in mezzo ai graffiti resistono pensiline e colonne in ghisa

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TRIESTE Gli ultimi passeggeri sono transitati qui nel 1946, un po’ per altre analoghe stazioni, poi sono rimasti solo i treni merci, mentre la palazzina ha continuato a ospitare alcuni ferrovieri fino allo svuotamento totale, dopo l’acquisto dell’immobile da parte di un privato, per lasciare spazio a progetti di riutilizzo. Mai decollati. Per la stazione dismessa di Rozzol-Montebello una quindicina di anni fa sembrava ci fosse un nuovo futuro.

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L’idea dell’imprenditore che aveva investito su quel sito era di puntare su un piccolo hotel. E gli appassionati di convogli e linee storiche avevano sperato di poter vedere recuperato e ristrutturato quel fabbricato pieno di fascino. Invece a distanza di anni dalla vendita tutto resta ancora fermo. Anzi. In uno stato di degrado che peggiora costantemente.

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L’area è stata in parte recintata, ma chiuderla è quasi impossibile. E le incursioni continuano da tempo. Lo dimostrano i murales a strati che si sono accumulati su tante pareti e i resti di bivacchi sotto i portici e nei dintorni. Ma anche i rifiuti qua e là. Alcuni datati. Eppure tra rovi, sporcizia e devastazione, restano gli scorci suggestivi della vecchia stazione, composta dal piano fronte binari e da tre livelli.

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Alcuni accessi sono stati murati, anche se in diversi punti risultano demoliti, lasciando intravedere gli interni. Si scorge una vecchia porta di legno e dentro muri e soffitti “spogliati”, ripuliti nella fase iniziale dei primi lavori, dopo la compra-vendita. Impossibile invece capire come siano i piani superiori, dove si trovavano gli alloggi, nell’ultimo periodo in cui è stata abitata. Anche qui, come per altre stazioni, cespugli, alberi e rampicanti stanno lentamente conquistando ogni spazio.

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La pavimentazione sotto la lunga pensilina appare ancora integra in grandi porzioni, anche se è quasi per la metà invasa da sterpaglie. La copertura, sostenuta da colonne di ghisa, per una larga porzione è crollata, lasciando intravedere la parte superiore dello stabile, mentre a terra sono tanti i vetri, delle finestre, a pochi metri da altre immondizie, depositate o lanciate chissà da quanti anni.

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C’è anche una composizione strampalata di sedie, travi, un divanetto logoro e vecchi vasi di pittura. Altre voragini sono state fatte sui muri poco più avanti. Pareti colorate, come detto, da stratificazioni di disegni realizzati con bombolette spray.

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Tornando indietro nel tempo serve ricordare che la stazione, sulla linea Jesenice-Trieste, è stata attivata nel 1906 con il nome di Rozzol, diventato poi Rozzol-Montebello dopo la prima guerra mondiale. Il servizio viaggiatori viene annullato nel 1946, anche se restano i convogli per mobilitare prodotti di vario tipo e, successivamente, passano anche alcuni treni speciali. La stazione però, ormai privata della sua originaria funzione, diventa inutile per Fs, viene messa in vendita e nel 2009 si fa avanti un privato. Le famiglie rimaste a vivere negli appartamenti della stazione vengono sfrattate.

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Le intenzioni sono buone, rivitalizzare tutto, ma i desideri di risistemazione del luogo si bloccano tra crisi edilizie, problemi legati alla destinazione della zona e altri ostacoli. E dopo i primi interventi, dal 2013 nulla si muove. Negli anni successivi a più riprese viene denunciato lo stato in cui versa. Senza che ci sia una svolta nell’abbandono e nell’oblio del posto.

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Online si può leggere ancora la descrizione che risale al 2009, anno in cui l’immobile versava ancora in buone condizioni. «L’edificio è costituito da un corpo centrale destinato alla sala viaggiatori e servizi, affiancato da due minori ai lati. Tra gli elementi architettonici originali si segnala la presenza di una pensilina con colonnine in ghisa e copertura lignea, su cui si aprono caratteristici lucernai; in buono stato di conservazione si mantengono anche i serramenti e parte dell’arredo d’epoca. La struttura dell’immobile replica la tipologia architettonica diffusa nella progettazione delle stazioni ferroviarie minori». Ma è solo un lontano ricordo.

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