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Август
2024

Le panchine sulle Rive  di Trieste minacciate dall’incuria. E una viene ribaltata

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TRIESTE C’è un angolo delle Rive che ambisce a diventare il luogo simbolo di questa stagione turistica senza precedenti. La lunga fila di panchine color avorio (modello identico a quello di piazza Unità) copre in tutto 300 metri e, da quando è stata posizionata perpendicolarmente al molo Audace, attira decine di persone a ogni ora del giorno. Ci si siede e si ammira comodamente il panorama che abbraccia il golfo nella sua interezza.

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Un cambiamento piccolo, portato a termine la scorsa primavera, ma dalle conseguenze rilevanti per la fruizione dell’area, dove fino a quel momento si era costretti a camminare o a sedersi per terra. Qui si concentrano in massa i turisti sbarcati dalle navi da crociera o appena scesi dal treno, per scattare un rapido selfie alla luce del tramonto e magari consumare un aperitivo da asporto.

L’altra faccia della medaglia è presto detta. Nonostante le pulizie effettuate con regolarità e la presenza di molti cestini delle immondizie, spesso le panchine si ritrovano circondate da rimasugli di cibo, sigarette e cartacce. E siccome vengono utilizzate tanto di mattina quanto alla sera, è complicato riuscire a stare al passo per mantenerle pulite.

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L’apice si è raggiunto qualche giorno fa, quando una delle panchine è stata addirittura divelta e abbandonata sopra ai cespugli retrostanti. Le cause sono sconosciute, ma l’operazione deve aver richiesto un abbondante uso di forza fisica. Fatto sta che la panchina fino a ieri giaceva là, solitaria e fuori luogo, in attesa che qualcuno decidesse del suo destino.

L’intuizione di spostare le panchine lato mare resta e queste ultime continuano a riscuotere consensi non solo da parte dei turisti, ma anche dei triestini. Tuttavia, fra tuffi dalla banchina e incuria circostante, è chiaro che prima o poi un equilibrio andrà trovato. Le soluzioni messe in campo sono molte: dall’aumento del numero di cestini alla già ricordata pulizia effettuata quotidianamente. Così come sul fronte della balneazione, i cartelli di divieto si distribuiscono lungo tutto il lungomare.

Il resto è tutto nelle mani dei turisti o di chiunque altro sfrutti questo scorcio. Scambiando qualche parola con chi passeggia nei paraggi, alcuni iniziano a esternare il loro fastidio per la piega presa nelle ultime settimane. Le panchine delle Rive, quando si parla di overtourism, possono diventare un piccolo banco di prova per Trieste.

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