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Август
2024

Il cadavere di una donna nel sottotetto: ipotesi omicidio in via Fabio Severo a Trieste

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TRIESTE Era seminuda, distesa per terra nel sottotetto della casa. Zhanna Russu, ucraina, quarantacinque anni, è stata trovata morta nel tardo pomeriggio di sabato nel condominio di via Fabio Severo 20. La donna viveva in un appartamento dell’Ics all’ultimo piano assieme ai due figli. Non c’erano tracce di lei da un giorno e mezzo. Gli operatori dell’Ics la cercavano, tanto che ormai stavano per sporgere denuncia di scomparsa. Poi la drammatica scoperta.

La tragica scoperta

Sono le 19.30 quando la presenza sul posto di due pattuglie dei Carabinieri e del 118, con l’ambulanza e l’automedica, lascia intendere che qualcosa di strano, in quell’edificio, deve essere accaduto. Una sensazione, che nel giro di pochi minuti, si fa sempre più insistente non appena gli investigatori iniziano a indossare le tute bianche. Quelle tipiche della scena di un crimine.

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Tanti dubbi

Cosa sia successo alla donna, in fuga dalla guerra in Ucraina e arrivata in Italia oltre un anno fa con due figli, di cui uno maggorenne – la famiglia era stata presa in carico prima dalla Fondazione Luchetta e poi dall’Ics – è davvero un mistero. E sabato, a tarda sera, c’erano più dubbi che certezze. Anche dopo l’ispezione cadaverica del medico legale.

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Tutte le piste aperte

Tutte le piste investigative, come si dice in questi casi, restano aperte. Quella del suicidio, certamente. Anche perché, almeno in apparenza, il corpo non aveva segni di violenza. E il profilo personale e psicologico della quarantaseienne in effetti tratteggiano un quadro problematico: quello di una persona in difficoltà, che soffriva di depressione.

Gli elementi sospetti

Ma ci sono alcuni elementi inquietanti che hanno insospettito, e molto, gli investigatori. La donna era praticamente svestita. Sembra avesse addosso l’abbigliamento intimo e poco più. E, aspetto importante, è stata rinvenuta una vestaglia in un punto più defilato rispetto alla salma. Pare sulle scale. Non solo. Accanto c’era una borsetta. Aperta. E con gli oggetti sparsi attorno alla rinfusa.

Chi ha avuto modo di vedere il corpo, non appena è stato scoperto, ha avuto una netta impressione: quella di una persona che scappava. La scena, insomma, raccontava questo: la posizione del cadavere non dava l’idea di una donna accasciata per terra, come colta da un malore. E nemmeno quella di una persona che si toglie la vita.

Il sottotetto

D’altronde, stando a quanto si è saputo, non sarebbero stati rivenuti segni di autolesionismo compatibili con il suicidio e neanche blister di farmaci o altro che fanno pensare a un’overdose da farmaci. E poi quei dettagli della vestaglia in disparte e la borsa. Oltre a luogo in cui giaceva il cadavere: il sottotetto sopra l’alloggio in cui la donna viveva.

Le domande senza risposta

Zhanna Russu fuggiva da qualcuno? Qualcuno che poi le ha fatto del male? O versava in stato confusionale e, chissà, ha prima ingerito medicinali e si è rifugiata nel sottotetto proprio con l’intenzione di farla finita? Uno scenario, questo, che resta pienamente valido, anche se la scena sembra suggerire altro. Peraltro, come emerso nel corso degli accertamenti, la quarantaseienne ucraina era seguita dall’Ics anche sul piano psicologico. Proprio venerdì, cioè quando era scomparsa, avrebbe dovuto avere un incontro con uno specialista, ma non si è presentata.

Gli accertamenti

A tarda sera, è filtrato un altro dettaglio: la donna assumeva farmaci. Gli investigatori hanno quindi avviato accertamenti per identificarne la tipologia e capire se un eventuale abuso può essere fatale. Ma serviranno un’analisi tossicologica e un’autopsia.

I figli sono stati presi in carico dal personale dell’Ics che ha messo a disposizione anche uno psicologo.

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