Sinner, è semifinale (Crivelli, Giammò, Strocchi)
Sinner, è un colpo di testa (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
La vendetta arriva con il vento. E come un esperto domatore delle correnti, Sinner apre le ali quando serve, nel momento in cui la sfida con Rublev sembra troppo complicata da ammaestrare. La settimana scorsa, Jannik aveva perso con il russo a Montreal, e a Cincinnati si prende la rivincita diventando il primo italiano di sempre a raggiungere la semifinale nel torneo perché resta lucido, freddo e presente a se stesso quando la sfida si scalda e il povero Andrei torna a rivedere i suoi demoni. Il Masters 1000 dell’Ohio si conferma un appuntamento infido perché le condizioni ambientali e climatiche sono spesso un rebus irrisolvibile. Più del caldo e dell’umidità, stavolta è la bufera ad impicciare il gioco: lancio palla difficile sul servizio (Sinner metterà appena il 48% di prime), traiettorie dei colpi a rimbalzo che cambiano, difficoltà a spingere da fondo. Alla fine, i due insieme sommeranno quasi 100 gratuiti (44 Jannik, 47 il rivale). Rublev si adatta prima alla situazione e scatta meglio dai blocchi, ma dopo avergli recuperato il break, la Volpe Rossa lo omaggia del primo set con un pessimo game in battuta sul 4-5, chiuso con un doppio fallo. Non ci può essere spettacolo in condizioni del genere, Sinner ottiene subito il break nel secondo set ma Rublev replica immediatamente. Però in ogni turno di servizio del russo il numero 1 del mondo si procura palle break, e l’avversario gliene annulla otto. Occasioni fallite che potrebbero pesare, fino a quando Jannik finalmente abbatte il muro nell11° game. È la svolta, con il secondo parziale in tasca il campione degli Australian Open si scioglie e riduce all’osso gli errori, mentre Rublev non trova più il campo nemmeno con il servizio, che lo aveva tenuto in vita fin lì. Una vittoria di intelligenza e tenacia, una vittoria da primo della classe che lo proietta alla sfida di stasera alle 21 con il vincente tra Zverev e Shelton: «Le condizioni erano davvero difficili – analizza Sinner – e lui è partito meglio di me. Poi ho avuto tante opportunità nel secondo set, si trattava solo di aspettare quella buona e di rimanere sempre mentalmente dentro alla sfida, di stargli attaccato e penso di esserci riuscito bene». Non sarà ancora il Sinner spumeggiante dei primi sei mesi dell’anno, ma l’obiettivo resta quello di arrivare agli Us Open con tutti i dettagli sistemati: «Ho fatto quasi una settimana senza allenarmi prima del Canada e poi dopo aver giocato per due-tre giorni di fila, un po’ più del solito, sapevo che avrebbe potuto avere un potenziale impatto sull’anca, ma non ho mai avuto paura. Adesso mi sento bene. Non penso a quello che ho fatto nella prima parte della stagione, le cose possono cambiare velocemente. So che è difficile giocare tutto un anno senza avere qualche momento di calo, ma con la giusta mentalità puoi ripartire ed è quello che cerco di fare. Cincinnati era un test importante, sono contento di essere ancora in corsa». […]
Super Sinner, gran rimonta controvento (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
E’ una vittoria importante quella ottenuta da Jannik Sinner contro Andrey Rublev in tre set ai quarti di finale del Masters 1000 di Cincinnati col punteggio di 4-6, 7-5, 6-4. In primis perché vendica la sconfitta da lui patita una settimana fa dal russo a Montreal, unica occasione in cui era riuscito a batterlo sul campo dopo quattro precedenti archiviati con tre vittorie del numero uno del mondo e un suo ritiro. E poi, soprattutto, perché ottenuta in condizioni fisiche ancora in fase di rifinitura, ma questo Io si sapeva. Quel che non si sapeva, e che si è invece scoperto strada facendo, sono state le condizioni estreme in cui si è giocato il match e con cui entrambi i giocatori hanno dovuto fare i conti per quasi tre ore di gioco. Temperature oltre i 30 gradi, vento scomposto ora a far decollare i colpi e ora a farli rallentare, umidità asfissiante. Una lotta per la sopravvivenza ancor prima che una partita di tennis, osservata dai coraggiosi spettatori in uno sventolar continuo di fazzoletti e ventagli. E dalla quale Sinner è emerso vincitore un po’ alla volta, processando le incognite che gli si paravano davanti e non demoralizzandosi ogni qualvolta incappava in errori che lo costringevano a dover riformulare daccapo la ricetta che andava stilando verso la sua vittoria. Primo set complicato. Gratuiti a ripetizione, Rublev ispirato, e fatica, tanta fatica per il numero uno del mondo, incapace di arginarne le scorribande ma deciso a trovare il modo per provarci. Nonostante quel doppio fallo con cui ha infine consegnato il primo parziale al russo dopo aver ottenuto il break con cui era riuscito a riallineare il punteggio nel game precedente. Nel secondo set, complice la stanchezza, i margini di errore si sono tutt’altro che assottigliati e il match è stato un braccio di ferro tra due rivali i cui rispettivi giochi stentavano a decollare come fossero incatenati al veloce cemento americano. Tra il settimo e l’ottavo game la disputa ha perfino assunto tratti cruenti: una pioggia di palle break, i demoni che tornano a far visita a Rublev, game lunghi decine di minuti e Sinner tenuto su dal suo box, a rilanciarne le iniziative e a suggerirgli nuove strade da provare a percorrere. Alla fine il break arriva, a certificare una superiorità dell’azzurro tradottasi in quasi 16 vincenti e in percentuali oltre il 90% con la sua prima di servizio. Il n.6 del mondo incassa, sbatte a terra la sua racchetta e il resto è un film già visto altre volte. […] La vittoria (la quarantottesima in stagione, primo italiano a raggiungere una semifinale a Cincinnati) questa volta è fondata più sulla testa che sul gioco, remando anziché dispiegando le vele al vento, aggiungendo un ingrediente in più alla sua crescita e imparando qualcosa in più su sé stesso. […]
Il cuore grande di Sinner (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Un’ora abbondante in piena apnea, con lo sguardo quasi perso, ma sempre la capacità di rimanere attaccato alla partita e cambiarne l’inerzia dopo aver ritrovato, almeno in parte, il suo tennis. Jannik Sinner, pur non ancora al meglio della condizione, si è preso dunque l’agognata rivincita nei confronti di Andrey Rublev a una settimana dal ko incassato a Montreal, diventando il primo italiano di sempre in semifinale nel Masters 1000 di Cincinnati. Dopo l’affermazione sofferta con il Next Gen americano Michelsen e il passaggio ai quarti senza scendere in campo per il forfait dell’australiano Thompson, in quello che rappresentativa un test significativo a nove giorni dall’inizio degli US Open (di fronte i due giocatori con più successi sul duro nel 2024) il n.1 del mondo ventiquattro ore dopo il suo 23° compleanno ha saputo imporsi in rimonta, con il punteggio di 4-6 7-5 6-4 in 2 ore e 27 minuti di gioco, così da cogliere la 46a vittoria stagionale (a fronte di 5 sconfitte). L’azzurro è riuscito a vincere una partita assai complicata, sicuramente condizionata dalle folate di vento che soffiano su Mason, iniziata malissimo per lui con un primo set contrassegnato da ben 17 errori gratuiti, di cui 9 dal lato del dritto (con alcune steccate davvero rare per la Volpe), e pochissime prime messe in campo (appena il 48%). Non inducevano all’ottimismo neanche l’atteggiamento e il linguaggio del corpo di Jannik, che però incitato dai suoi coach Darren Cahill e Simone Vagnozzi ha dimostrato la resilienza dei campioni, in grado di venire a capo di situazioni complesse anche in giornate di poca brillantezza (come quando ha fatto suo un punto dopo essere caduto a terra per colpire una palla spostata dal vento). E così, dopo qualche segnale già sul finire del primo parziale, da metà del secondo set il vincitore degli Australian Open ha cambiato passo, ritrovando profondità nei colpi e l’aiuto del servizio, con cui ha salvato due cruciali due palle break sul 3-4 per pareggiare poi il conto. Con il rivale in rottura prolungata, sullo slancio il rosso di Sesto Pusteria è volato sul 5-1, contenendo il tentativo di rimonta di Rublev. Decisivo anche aver arretrato la posizione per rispondere al russo. «Cè voluta molta forza mentale – ha ammesso al termine dellincontro Jannik, – Le condizioni erano molto difficili, era davvero molto ventoso. Nel primo set Andrey ha iniziato molto bene e io non ho giocato il mio miglior tennis, ero sotto di un set, ho cercato di restare lì. Ho avuto le mie chance, all’inizio non sono riuscito a sfruttarle, poi ho reagito bene e nel secondo ho sentito di avere molte possibilità. Ho aspettato la mia occasione. Sono molto contento di essere arrivato in semifinale». […]