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Август
2024

Nei sotterranei della Luna

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Sulla Luna è stato individuato l’ingresso di una grande cavità (90 km quadrati). La scoperta, fatta dai ricercatori dell’università di Trento, può aprire importanti prospettive per costruire una base spaziale finalmente al riparo da meteoriti e radiazioni pericolose.

C'è una casa per l’uomo sulla Luna. Si potrebbe riassumere così l’importante scoperta di un gruppo di ricercatori, sotto la guida dell’Università di Trento, dell’esistenza di gallerie nella superficie lunare in grado di fungere da base permanente per future missioni. Si tratta di affascinanti strutture geologiche sotterranee note come «tubi di lava» che si sono formate grazie all’antica attività vulcanica del nostro satellite. Quando il vulcanismo della Luna era intenso, la lava fluida fuoriusciva in superficie, scorreva su di essa e si solidificava formando una crosta. Al di sotto, il materiale continuava a scorrere attraverso una serie di canali.

Nel corso del tempo, quando la fornitura di lava diminuiva o s’interrompeva, quella all’interno del canale defluiva, lasciando dietro di sé «tubi» vuoti sotto la superficie solidificata che formavano autentiche reti sotterranee. Alcuni astronomi avevano teorizzato l’esistenza di queste gallerie almeno 50 anni fa, ma non vi era mai stato un consenso unanime sull’ipotesi. Ora però i ricercatori di Trento hanno potuto confermarla esaminando le scansioni di una fossa situata nella regione del Mare Tranquillitatis, scattate nel 2010 dallo strumento in miniatura a radiofrequenza (Mini-RF) a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa.

L’analisi dei dati ha anche permesso di creare un modello di una porzione della condotta. «Quello che abbiamo trovato è soltanto l’unico tunnel di cui siamo a conoscenza. Ma si ipotizza da tanto tempo che ce ne possano essere molti altri e che possano formare una sorta di rete sotto la superficie lunare» afferma Lorenzo Bruzzone, professore ordinario all’Università di Trento, direttore del Remote Sensing Laboratory e coautore dello studio uscito su Nature Astronomy. «In generale, ciò che posso dire è che sulla superficie della Luna ci sono molte aperture, ovvero pozzi, analoghe a quello che abbiamo studiato. Si pensa che siano dovuti al crollo del tetto di tubi di lava svuotati e quindi proseguano oltre l’apertura. Tuttavia non solo non c’è conferma ma non si sa nemmeno se siano accessibili, potrebbero essere occlusi dai detriti del crollo. Abbiamo fornito per la prima volta evidenza della presenza del tunnel, facendo un modello dell’entrata, e anche della sua accessibilità dal pozzo. È un passo avanti verso una missione robotica che esplori la grotta. Adesso sappiamo dove esattamente mandarla per la verifica».

Purtroppo il Mini-RF della Nasa ha fornito dati solo su alcune porzioni della Luna, e il loro livello limitato di dettaglio (risoluzione geometrica) permette di esplorare esclusivamente pozzi molto grandi. «Peraltro, affinché si possa fare un modello dell’entrata di un tunnel si devono verificare delle condizioni particolari sulla geometria del pozzo e dell’acquisizione del radar. Ciò limita la possibilità di sapere di più sulle altre gallerie sicuramente presenti» conclude Bruzzone. Questa scoperta potrebbe infondere una buona dose di ottimismo riguardo ai possibili scenari futuri dell’uomo sulla Luna. Finora, i piani di una presenza umana si erano concentrati sulla creazione di una base operativa sulla superficie, con tutti gli svantaggi per i suoi futuri abitanti. Il nostro satellite è un ambiente estremamente ostile, perfino per gli stessi strumenti utilizzati dall’uomo. La sua temperatura è in media di – 23 gradi centigradi ma in superficie può variare dai – 247 del Polo nord ai 127 nelle zone dell’equatore dove batte il sole.

Ma non è solo questo. I bombardamenti di radiazioni solari e cosmiche sono fino a 150 volte più intensi di quelli sperimentati sulla Terra e gli impatti di meteoriti più frequenti. La possibilità di usare tunnel di lava significa avere la sicurezza necessaria a chiunque cerchi un soggiorno prolungato sulla Luna. Siccome potrebbero esserci centinaia di pozzi e migliaia di tubi di lava, tali luoghi potrebbero fungere da rifugio naturale per gli astronauti, proteggendoli dai raggi cosmici, dalle radiazioni solari e meteoriti. Costruire l’habitat da zero è più dispendioso in termini di tempo e risorse, perché occorrebbe rinforzare le pareti della grotta per evitare un crollo e installare «ascensori» per calarsi e uscire. Tra l’altro si potrebbero utilizzare le reti sotterranee per estrarre preziose risorse lunari come metalli e persino riserve di ghiaccio. Ciò ridurrebbe drasticamente i costi e la logistica per trasportare i materiali dalla Terra. La grotta appena scoperta la si può vedere nei modelli al computer. Un buon paragone sulla Terra è quella vulcanica sotterranea sull’isola di Lanzarote, in Spagna. E c’è spazio anche per l’immaginazione, che non può non partire da un’osservazione a occhio nudo del Mare Tranquillitatis, dove si trova il pozzo: un bacino sull’emisfero lunare sempre rivolto verso la Terra.