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Август
2024

Irpef e sgravi sui redditi dai 35 ai 50mila euro. Leo: “Ecco il piano per aiutare il ceto medio che si sta impoverendo”

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Un’ altra freccia spuntata nella faretra della propaganda antigovernativa. Il governo sta pensando eccome al ceto medio. Parola di Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che ha delineto i prossimi passi della riforma fiscale. Alzi la mano chi non ha sentito o letto critiche al vetriolo contro l’esecutivo da parte de esponenti di sinistra. Il ceto medio -da loro dimenticato – riaffiora come un fiume carsico quando si tratta di dare addosso al governo, “reo” secondo loro di non fare nulla per questa fascia di lavoratori e professionisti. Invece – brutta sorpresa per gli oppositori- il ceto medio  è al centro delle attenzioni dell’esecutivo. Che, dopo avere dato ossigeno alle classi meno agiate nella precedente legge di bilancio, ora sta mettendo a punto nuovi interventi.  Interventi necessari: “Abbiamo fatto il massimo con quello che avevamo, senza fare salti nel buio. Adesso dobbiamo trovare le risorse per gli sgravi dell’Irpef sul ceto medio, che si sta impoverendo: ridurre l’Ires per le imprese in cambio di investimenti e occupazione; e cominciare ad eliminare alcune storture dell’Irap».

Leo: il governo al lavoro per aiutare il ceto medio

Il viceministro toglie un’altro argomento a gufi e cassandre illustrando in un’intervista al Corriere della Sera i provvedimenti in cantiere della riforma fiscale con la quale il governo farà di tutto per ridare vigore a quei contribuenti  con redditi compresi tra i 35 e i 50 mila euro. «La strada è chiara: pagare meno, pagare tutti» spiega Leo. «Il concordato biennale per gli autonomi è questo, un buon compromesso tra lo Stato e i contribuenti». Dal suo gettito dipende anche una parte delle risorse che servono per l’Irpef.

Ceto medio, Leo: “Riduzione della liquote Irpef”

«Quelle per confermare gli sgravi del 2024 ci sono -spiega Leo-. Ne servono altre per andare avanti. Le adesioni al concordato sono possibili fino al 31 ottobre, in piena sessione di bilancio. Allora conosceremo il gettito, che non è scontato nei tendenziali della finanza pubblica, e vedremo che spazio ci sarà». Intanto, le entrate fiscali del 2024 vanno bene e questo aiuta. «Il buon gettito delle imposte dipende anche dai provvedimenti varati dal governo- spiega Leo- : il taglio del cuneo fiscale, le deduzioni per i nuovi assunti, l’abolizione del reddito di cittadinanza, che hanno fatto crescere l’occupazione e le ritenute fiscali. Ci fa essere ottimisti per i conti del 2024, ma anche sul futuro perché buona parte della crescita è strutturale».

Irpef, Irap, Ires

La priorità del prossimo anno «è quella di confermare il taglio del cuneo fiscale, le risorse saranno destinate prima di tutto a questo obiettivo. Dopodiché bisogna ridurre le tasse sul ceto medio: non è accettabile che chi ha un reddito di 50 mila euro paghi, con le addizionali, il 50% di tasse». “Vedremo che spazio ci sarà” per un ulteriore riduzione delle aliquote Irpef, anticipa: “Nel primo intervento ci siamo concentrati sulle fasce medio-basse. I nuovi sgravi dovranno riguardare la fascia di reddito dai 35 mila euro, dove si esaurisce il beneficio del taglio al cuneo fiscale, a 50 mila euro, anche qualcosa di più. Il ceto medio, insomma, che si sta impoverendo”, ribadisce il viceministro dell’Economia.

“Serve un patto con le imprese”

Altro fronte di intervento è il taglio delle tasse per le imprese. «Anche in questo caso, come per l’Irpef e l’Iva, su cui dobbiamo ancora intervenire, bisogna prima avere le risorse disponibili. L’Ires al 24%, come prevede la delega, potrebbe essere ridotta;  con l’impegno delle imprese, dopo un paio d’anni, a utilizzare il margine per fare nuovi investimenti o creare nuova occupazione. Dovremo intervenire pure sull’Irap, cominciando ad eliminare alcune storture. Esentare le persone fisiche, ma non le società di persone o le snc, ad esempio, è sbagliato: scoraggia le aggregazioni dei professionisti».

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