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Август
2024

West Nile a Padova, l’Usl: «Il contagio è favorito dalle grandi piogge»

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Le grandi piogge di quest’anno hanno reso la febbre del Nilo “democratica”.

A differenza di quanto accaduto due anni fa – l’anno orribile con centinaia di contagi e diversi decessi – quando gli uccelli si concentravano nei pochissimi siti in cui riuscivano a trovare dell’acqua, la grande disponibilità di questa estate ha contribuito ad aumentare le fonti per gli uccelli anche in città.

«Gli uccelli rappresentano il principale serbatoio di West Nile che infetta le zanzare quando queste vanno a pungerli» spiega il dottor Valerio Valeriano del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 6 «l’ecologia, di per sé, porta il virus nelle zone rurali più che urbane. E del resto questo è quello che è successo, in particolare nel 2022 con la concentrazione di acqua in pochi luoghi, soprattutto nel sud della provincia dove ci sono molti campi e fossati. Quest’anno, invece, l’acqua è distribuita meglio sul territorio».

Il fatto che nel frattempo il virus sia migrato – su ali di uccelli e zanzare – e si muova anche in città, al momento non desta preoccupazione: «Se tutti i cinque casi della città fossero stati in centro storico» chiarisce «avrei avuto il sospetto di un avvenuto cambiamento. Ma i quattro casi del cluster sono stati registrati comunque in una zona vicina a campi e canali ma anche l’ultimo e più centrale non è comunque in un’area completamente urbana perché è vicina a un parco».

L’ultima infezione è stata registrata in via Livorno, alla Sacra Famiglia dove il 9 agosto sono stati realizzati interventi larvicidi in tutte le aree pubbliche e private nell’area di 200 metri dalla residenza del 75enne che ha sviluppato una forma febbrile non grave. Il giorno precedente, la ditta incaricata dal Comune aveva organizzato trattamenti di disinfestazione tra i quartieri Forcellini e Crocefisso dove si sono verificati 4 casi.

Ad oggi sono 11 le infezioni da West Nile registrate, con un decesso, ma al momento non sono in corso ulteriori verifiche su casi sospetti. «La cosa positiva è che i cinque casi registrati in città non hanno dato sintomi gravi, si è trattato di semplici forme febbrili» assicura il dottor Valeriano «ben diverso è quando il virus si presenta con forme neuroinvasive e, purtroppo, questo dipende non solo dall’età, ma dalla presenza di patologie croniche e in particolare oncologiche».

Il trascorrere dei giorni, tuttavia, fa ben sperare il Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 6: «Ormai siamo quasi a metà agosto e le giornate hanno cominciato ad accorciarsi» prosegue «e la culex, ovvero la tradizionale zanzara che trasmette il virus all’uomo sta cambiando comportamento, comincia a settarsi sul letargo quindi è anche meno attiva: diciamo che la prospettiva non è particolarmente preoccupante».

A destare maggiore apprensione, a questo punto, è la Dengue: l’epidemia in corso in America Latina e l’aumento dei viaggi di agosto, potrebbero, infatti, favorirne la diffusione. Al momento, nel Padovano si sono registrati solo casi di importazione: «La zanzare tigre è un ottimo vettore nei confronti dell’uomo. Quest’ultimo, infatti, è il principale ospite del virus che viene trasmesso agli esseri umani dalle punture di zanzare tigre che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Ma il contagio può anche essere trasmesso dalla zanzara anche alle sue uova. Con la Dengue, quindi, si rischia l’epidemia: ecco perché in questo caso è importante essere aggressivi nella disinfestazione».