L'erba del vicino
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Che la Roma debba scalare posizioni per darsi un tono in campionato dopo anni di insopportabile anonimato, lo sanno anche i bambini. Da troppo tempo è comparsa in Serie A , a causa di errori di mercato e per finali di stagione in apnea, condizionati dalle fatiche in coppa. Tale condizione reiterata ha scoraggiato molti tifosi in buonafede, e ha armato chi, artatamente, dipingendo il futuro della squadra ha usato soltanto il colore nero. Un piano mediatico risibile che è tornato ai mettenti sottoforma di secchiate di color marrone. Perché nel frattempo, come da previsioni di chi non si faceva sopraffare dal livore, la Roma ha accelerato, pur dovendo ancora oggi lavorare tanto per rendere la squadra competitiva per i primi quattro posti, perché al momento non può annoverarsi fra le migliori quattro su carta.
Nel mentre, si guardava altrove anche con invidia. Eppure l'erba del vicino spesso inganna, perché siamo noi a vedere nelle proprietà altrui il giardino dell'Eden. L 'Inter resta la squadra più forte, nonostante gli infortuni delle ultime settimane (ultimo, Zielinski). Scendendo di livello, il Milan , secondo nel 2023-24, al momento conta in più Morata e Pavlovic, 31 milioni di investimento complessivi. Da due mesi si parla di Emerson Royal e di Fofana, e da meno tempo di Abraham. Rafforzarebbero la squadra, ovvio, ma di sicuro il nuovo allenatore, se tutto andrà bene, li avrà a disposizione a pochi giorni dall'inizio del campionato. Ricordate? La principale litania di chi aveva messo nel mirino la nuova dirigenza della Roma era "devono consegnare a De Rossi la squadra a inizio luglio!". Smentiti in modo disarmante dallo stesso De Rossi in uno degli ultimi post partita. Per i calciatori forti, gli allenatori sono disposti ad aspettare. Ah, il nuovo allenatore del Milan è Fonseca . A Roma praticamente deriso, a Milano descritto quasi come uno scienziato.
La Juventus ha alzato il livello notevolmente. Douglas Luiz e Thuram III migliorano una mediana che l'anno scorso è stata l'anello debole della squadra. Ma il vero salto di qualità si chiama Koopmeiners. Se ne parla da aprile, forse addirittura da marzo. Da due mesi non risultano passi avanti. Per gli ottimisti, l'infortunio di Scamacca favorisce l'operazione perché a Bergamo andrebbe Milik. Per i pessimisti, la complica terribilmente perché dopo aver perso il centravanti top, Gasperini non vorrà privarsi pure del centrocampista top. L' Atalanta , appunto, e il Bologna, parlano una lingua diversa. Sono abituati a perdere i big, a scovare nuovi calciatori che a loro volta diventeranno big. E le aspettative, soprattutto per gli emiliani, sono notevolmente minori rispetto alle piazze storiche più esigenti. Quindi passiamo alla Lazio . Ha mosso tanto sul mercato a giugno, al punto che si comparava con ostentata invidia persino la programmazione di Lotito e Fabiani (Lotito e Fabiani...) a quella di Ghisolfi e Souloukou. La Lazio che ha perso Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson, dovendo necessariamente rivoluzionare l'organico, ha pescato molto dai club amici, Hellas e Salernitana. Buoni calciatori, margini di rischio elevati. Considerando che la sua rincorsa, visto l'ultimo piazzamento, è ancora più lunga.
Chiudiamo col Napoli . Bilancio in ordine, possibilità di spesa non indifferente. Volontà di spendere soltanto dopo avere fatto cassa. Finora ha rifatto la difesa con Buongiorno e Rafa Marin. Per il resto, tanto clamore giornalistico per un mercato non ancora decollato. A testimonianza che non basta Conte per cambiare i connotati di De Laurentiis. Convinto Kvaratskhelia, il nodo si chiama Osimhen. Se non partisse, non sarebbe un fardello in casa, se mentalmente si calasse di nuovo in una realtà da cui però vuole fuggire da almeno sei mesi. Il nigeriano fa la differenza in Serie A. Ma nei fatti, a oggi, i top club non si accapigliano per il suo cartellino. Se partisse, è pronto Lukaku . Tempo non manca, ma con troppa faciloneria si è dato per scontato che il Napoli di Conte fosse di diritto la regina del mercato 2024.
La fortuna degli spacciatori di balle sta nel fatto che subito dopo ferragosto si comincia a giocare e la gente dimentica in fretta le cazzate e le previsioni di morte calcistica stilate affidandosi a fonti improbabili o, peggio ancora, cariche di livore. La Roma deve fare ancora tanto e parte con l'handicap di una storia recente defiticitaria. Ma gli altri non navigano nell'abbondanza e nella sicurezza.
In the box - @augustociardi75