“Non le darò la separazione”. Registrazioni e un gps nascosto in auto: Ossoli controllava la moglie Annarita Morelli prima di ucciderla
Registrazioni audio e un gps installato in auto di nascosto. È quello che gli inquirenti hanno trovato in una perquisizione della casa di Norcia di Domenico Ossoli, ieri a Fonte Nuova (alle porte di Roma) ha ucciso con un colpo di pistola la moglie, Annarita Morelli. Tra le registrazioni, conservate su una decina di supporti, ci sarebbero anche le conversazioni dell’ex autista di autobus 73enne con la vittima. I supporti sono ora sotto analisi degli investigatori e per l’uomo – attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia – si attende la convalida del fermo. La Procura di Tivoli contesta l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Vale la pena ricordare anche che Ossoli aveva seguito la moglie dal veterinario dal quale lei periodicamente si recava per i suoi gatti. Una volta uscita e salita in auto, le ha sparato.
I reperti delle perquisizioni avvalorano il quadro di controllo ossessivo già emerso dalle prime testimonianze raccolte tra i familiari e i conoscenti della vittima. Ossoli era geloso e possessivo, raccontano i figli della coppia e non accettava la decisione della donna di volersi separare. “Piuttosto l’ammazzo, ma non le do la separazione”, avrebbe ripetuto più volte come risulta dalle prime testimonianze raccolte dagli inquirenti.
Addosso all’uomo, le forze dell’ordine hanno trovato una beretta con otto colpi nel caricatore ed un proiettile era stato già esploso. Il medico legale, ha dichiarato che il proiettile che ha ucciso Annarita è stato sparato “a bruciapelo”, all’altezza del deltoide sinistro.
Interrogato dal Pm l’uomo – che ieri aveva confessato l’omicidio in una tabaccheria – ha dichiarato che la sua intenzione era quella di colpire la moglie alle gambe, non quella di ucciderla. Nel ripercorrere le ragioni del suo gesto, Ossoli non ha fatto parola della condizione di serrato controllo nella quale aveva costretto la donna, negandole la possibilità di qualsiasi scelta autonoma. Nel decreto di fermo, il pm rileva invece “l’evidente volontà omicidiaria“, anche sulla base dell’incompatibilità delle dichiarazioni rispetto a quanto constatato dal medico legale.
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