Atletica, Stefano Sottile: “La finale era l’obiettivo principale, ora ce la giochiamo. Tamberi? Sappiamo di che pasta è fatto”
Non solo Gianmarco Tamberi è stato protagonista allo Stade de France, a St. Denis, durante le Olimpiadi di Parigi 2024. Anche Stefano Sottile si è ritagliato il suo spazio da protagonista nel salto in alto, guadagnandosi anch’egli la finale a cinque cerchi con la misura di 2.24, e poco importano i tre errori a 2.27.
Queste le sue parole ai microfoni di Elisabetta Caporale (Rai): “La gara è stata non facilissima, ma più il pregara. Sono arrivato stanco, ho avuto la sveglia presto come per gli altri. Le gambe non giravano benissimo, ma Valerio diceva che le vedeva girar bene. Mi sono fidato. Mi sentivo un po’ rigido nella fase inferiore. In gara pensavo si passasse con 2.27, una volta arrivati a 2.24 eravamo in 14 e nell’altra pedana erano leggermente avanti. Ne rimaneva uno, già si sapeva che si sarebbe andati in finale. Son contento. I 2.27 non erano neanche bruttissimi, secondo me erano fattibili. Dopo la tanta attesa le gambe si erano un po’ irrigidite, ma la finale è presa, era l’obiettivo principale. Quei tre salti erano tre salti che ci stavano, avevo buone sensazioni di gambe. Ora ce la giochiamo in finale“.
L’argomento della pista ha tenuto banco in questi giorni e anche Sottile viene interpellato: “Se uno sta bene la pista influisce veramente poco, la sentivo normale, un po’ come a Roma, ma a Roma non riuscivo a correre. Qui sì, quindi è proprio questione di come stai, secondo me. Sto abbastanza bene, anche con le ultime due gare che avevo fatto“.
Incalzato sull’argomento Tamberi: “Gimbo l’ho visto poco, una volta al villaggio. Non l’ho visto contentissimo, ma per quello che ha avuto ci sta. Anche prima in pedana era molto sul pezzo, poi sappiamo che in finale… ce lo ricordiamo a Budapest. Sappiamo di che pasta è fatto“.