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Август
2024

Il Bobbio Film Festival premia “Gloria!” di Margherita Vicario

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Per l’attrice e regista Margherita Vicario è stata un’autentica serata di “Gloria!”, proprio come recita il titolo della sua opera, che ha vinto la 27esima edizione del Bobbio Film Festival diretto da Marco Bellocchio.

la consegna del premio

È stato lo stesso maestro di cinema a consegnare il Gobbo d’Oro alla Vicario, nel chiostro di San Colombano, sede della kermesse. A decretare la vittoria è stata la giuria del Festival - composta dai quasi 70 corsisti del Seminario residenziale di critica cinematografica curato da Anton Giulio Mancino – che ha premiato la pellicola per “Aver saputo costruire con ironia e delicatezza una fiaba musicale capace di raccontare a tutti una storia antica in chiave contemporanea e per aver composto una partitura di immagini in cui l’atto di creazione delle protagoniste diventa liberazione dai polverosi schemi del passato”. Presentato in Concorso alla 74esima Berlinale, “Gloria!” è un film ambientato in un istituto femminile nella Venezia di fine ‘700 che racconta la storia di Teresa (Galatea Bellugi), una giovane dal talento visionario: ascoltare il mondo che la circonda e trasformarlo, animandolo di una musica nuova, contemporanea, fuori dal suo tempo. Nel convento lei è per tutti “la Muta”, una sguattera silenziosa e solitaria il cui destino cambierà quando scoprirà un pianoforte mai usato, nascosto nel deposito della struttura.

A ispirare Margherita Vicario è stata la scoperta dei quattro Ospedali di Venezia e delle Figlie di Choro. Un tempo gli Ospedali erano istituti assistenziali femminili che impartivano la più alta formazione musicale – con la diretta conseguenza che le uniche persone che potevano permettersi di studiare musica ad altissimo livello, nell’apice dello splendore della Venezia Barocca erano le nobili e le orfane. Ma, nonostante la formazione d’eccellenza, queste artiste non potevano fare della musica una professione. E così, mentre nei corrispettivi conservatori napoletani maschili si formavano musicisti professionisti, negli ospedali di Venezia le ragazze potevano ambire solo ad un buon matrimonio, oppure a suonare a vita per la Gloria di Dio.

«Chissà quanto talento e fantasia albergavano nelle menti di quelle ragazze – ha spiegato la regista – Nobili o orfane, che passavano i pomeriggi a studiare sedute al clavicembalo: questo film è per loro».

gli altri premi

Gli altri riconoscimenti del Festival: il Premio Città di Bobbio è andato alla miniserie “L’arte della gioia” di Valeria Golino, un film che ha visto premiata con il Premio Fondazione di Piacenza e Vigevano la sua giovane protagonista Tecla Insolia come miglior attrice; lo stesso premio al maschile è andato invece a Antonio Bannò per “La Guerra del Tiburtino III”, pellicola diretta da Luna Gualano alla quale è andato il Premio Libertà per la miglior regia. —

giacomo aricò