In quattro accoltellati sul molo Audace di Trieste dopo la richiesta di soldi e sesso
TRIESTE La radice del Molo Audace, le avance, la proposta rifiutata di un rapporto sessuale con il tentativo di farsi consegnare anche del denaro. Poi l’aggressione da parte di un gruppo di afgani, i coltelli, le ferite. Quattro giovani pachistani, la scorsa domenica sera, sono stati accolti al Pronto soccorso di Cattinara per delle ferite da arma da taglio. Uno di loro, barcollante, è arrivato da solo prima fino alla Questura, per chiedere aiuto. Gli altri tre sono arrivati autonomamente all’ospedale.
Il fenomeno
Il loro racconto, al vaglio della Squadra Mobile, è agghiacciate e accende i riflettori su un fenomeno che da tempo coinvolge il Molo Audace e quella zona delle Rive, ovvero la ricerca di prestazioni sessuali, lo spaccio, l’abuso di alcolici e di stupefacenti.
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La ricostruzione dell'accaduto
Andiamo con ordine. Domenica sera, intorno alle 22, un equipaggio delle Volanti ha soccorso un diciottenne pachistano che evidenziava una ferita alla schiena. Prima di perdere i sensi, il giovane ha denunciato di essere stato ferito vicino al Molo Audace da un gruppo di uomini di nazionalità afgana. I sanitari del 118 che l’hanno soccorso, dopo avergli prestato le prime cure, l’hanno trasferito al nosocomio di Cattinara. Fino alle prime luci dell’alba, i contorni della vicenda sembravano fermarsi qui. Poi il personale della Squadra Mobile, accertandosi con i sanitari delle condizioni del ragazzo, in mattinata ha riscontrato che altri tre ragazzi di origine pachistana – due di 19 anni, uno con delle ferite da arma da taglio e l’altro con lievi lesioni, e un minore di 16 anni con una ferita più profonda e lesioni al volto – domenica sera erano stati presi in carico dal Pronto soccorso. Nessuno di loro è in pericolo di vita.
La stessa testimonianza
Anche loro tre hanno fornito la stessa testimonianza. Hanno raccontato di essere stati aggrediti sul Molo Audace da una quindicina di afgani, che pretendevano un rapporto sessuale e denaro. Alla Squadra Mobile, i quattro pachistani hanno fornito altri dettagli circostanziati che potranno servire agli inquirenti per individuare i responsabili. Stando alla loro testimonianza, gli aggressori erano in possesso anche di un tirapugni e di alti oggetti contundenti. Una banda, quindi, che appostata in quella zona attenderebbe le sue potenziali vittime.
Il materiale video
Il racconto dei giovani stranieri in queste ore viene passato al setaccio, ma sembrano esseri già dei riscontri. L’area dove sarebbe avvenuto prima l’approccio e poi l’aggressione non è coperta da videocamere, ma altri punti della zona circostante sì. La Mobile sta acquisendo le immagini dei dispositivi, concentrandosi sul materiale raccolto nella fascia oraria dell’aggressione. È possibile che le giovani vittime abbiano fornito anche qualche elemento riguardo all’abbigliamento degli afgani – il colore di una maglia, di un cappellino – che potrebbe facilitarne l’identificazione.
Una zona molto frequentata
Il Molo Audace, così come il tratto delle Rive che da piazza dell’Unità si spinge fino a quel molo, la sera è molto frequentato. È luogo di spaccio, come d’altronde molti altri punti delle città, e di incontri per ragazzi, uomini – tra loro giovani migrati, ma anche triestini – alla ricerca di fugaci prestazioni sessuali: c’è chi si propone, con uno scambio di sguardi, un ammiccamento, talvolta con un appuntamento definito prima attraverso qualche app. E chi invece cerca, attende un segnale. Quello che poteva accadere qualche anno fa tra i vialetti di viale Romolo Gessi.
Le indagini chiariranno comunque i contorni della vicenda, per comprendere anche in che contesto sarebbe maturata quell’aggressione. —
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