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Август
2024

Trieste, l’ex Facoltà di Lettere e villa Hecht tra gli immobili comunali in vendita

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TRIESTE. Immobili comunali sul mercato nel triennio 2025-27: la giunta ha approvato il piano presentato dall’assessore Elisa Lodi, che adesso passerà all’esame del consiglio. Molte conferme, due novità degne di interesse: il palazzo di via dell’Università 7 e villa Hecht in via Ginnastica alta.

Il primo è sede universitaria da un secolo ma l’Ateneo non lo utilizza da tempo: il Municipio lo quota, a titolo di valore inventariale, circa 5,8 milioni. La seconda, approdata nelle disponibilità comunali in seguito alla devoluzione della precedente proprietaria Provincia, vede indicato il valore catastale pari a 632.000 euro. Entrambi i beni saranno messi in vendita nel corso del 2026.

Invece, tra le conferme, da segnalare palazzo Carciotti a 10,3 milioni, cedibile già nel corrente anno, e il Mercato ortofrutticolo in Sacchetta a 24,7 milioni, che gli uffici di passo Costanzi hanno inserito nella colonna delle cessioni relativa all’anno 2026. Parentesi: le analisi riguardanti le tracce di inquinamento nel Carciotti dovrebbero essere pronte a inizio settembre.

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Il palazzo in via dell’Università 7 e villa Hecht possono raccontare una lunga storia. Partiamo dal primo: l’Atlante dei beni culturali lo descrive in stile neoclassico, costruito a metà Ottocento su un sito dove in precedenza insisteva una chiesetta dedicata a San Giacomo. Tra gli aspetti artistico-architettonici di maggiore rilievo lo scalone centrale e l’atrio con fontana e soffitto affrescato. Nel 1924 venne adibito a sede dell’Ateneo, come definito in una convenzione risalente al 1927, e da anni ha concluso la sua carriera accademica ospitando la facoltà di Lettere. Da notare che il fabbricato sorge a fianco di palazzo Artelli, anch’esso per lungo tempo utilizzato dall’ateneo.

I documenti comunali accennano alla vendita di una porzione pari a 4 unità condominiali. E chiariscono «previo accordo di programma con l’Università». Le condizioni del bene, riferisce la Lodi, non sono brillanti e ci sarà bisogno di un recupero radicale. Va infine rammentato che alcuni anni orsono il Comune, in considerazione dell’abbandono del sito, aveva chiesto, con una lettera di Dipiazza al rettore Di Lenarda, di tornare in possesso del palazzo.

Più triste la vicenda di villa Hecht, che si trova al civico 53 di via Ginnastica, una sorta di rientranza a fondo cieco. La casa, che fu residenza del console della Confederazione elvetica, venne edificata all’inizio del Novecento, circondata da un vasto giardino, e ha un ulteriore ingresso pedonale nella parte finale di via Carlo e Giani Stuparich: superficie della villa 1.400 metri quadrati su quattro livelli, mentre il verde supera i 3.000 metri quadrati.

Fino a non molto tempo fa, proprio in via Stuparich, vi campeggiava una tabella che segnalava la presenza di una succursale del liceo scientifico Galilei. Ma prima di afferire a questo liceo, villa Hecht venne utilizzata dall’istituto Max Fabiani e, ancora prima negli anni ’50, dal Volta. Fu anche sede di seggio elettorale. Agli inizi del Duemila iniziò la giostra delle aste, che ebbe un’iniziale base di 2 milioni, poi calata progressivamente in seguito agli esperimenti andati deserti.

Nel 2016 l’ultimo tentativo, quando ancora esisteva la Provincia, mediante una sorta di permuta tra proprietà dello stabile e realizzazione di lavori edili su altri immobili. Comunque anche in questo caso niente. Ora prova a venderlo il Comune. Finestre, vetri, giardino, intonaci: la villa, in disuso da tempo, appare dall’esterno piuttosto degradata. Peccato, perchè la zona Ginnastica-Petrarca-Buonarroti, ricca di ville d’epoca ben tenute, merita un recupero di qualità.