Rilievi sul relitto di una nave medievale: archeologi e studenti dell’Università di Udine al lavoro in Croazia
UDINE. Il relitto della penisola di Sipar, al largo di Umago, in Croazia, dovrebbe risalire al XII secolo. La parte di scafo conservata e documentata misura circa 6 per 2 metri ed è costituita da elementi del fondo e di una delle due fiancate della imbarcazione, mentre non è stata registrata la presenza di un carico, probabilmente perché già recuperato in passato, vista la profondità di soli due metri del fondale.
Sono questi i primi risultati della prima campagna di archeologia subacquea conclusa i primi di luglio, coordinata dal museo civico di Umago nell’ambito del programma per la protezione del patrimonio culturale umaghese, finanziato dal ministero della Cultura e dei media della Repubblica di Croazia e dalla città di Umago, a cui sono stati chiamati a far parte anche gli archeologi dell’università di Udine.
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Lo scavo ha visto anche la collaborazione attiva degli studenti dell’ateneo friulano, come sottolinea Massimo Capulli, docente di Archeologia subacquea e navale: «Lo studio di una macchina complessa qual è una imbarcazione lignea è sempre una sfida e farlo sui pochi resti conservatisi in un ambiente sommerso rende la cosa ancora più formativa.
Gli studenti hanno così potuto osservare uno scafo medievale, osservarne i dettagli costruttivi e partecipare al rilievo fotogrammetrico tridimensionale realizzato proprio dalla nostra università. A questo va aggiunto che lavorare in un team internazionale costituisce sempre un arricchimento, dato dalla possibilità di confrontarsi e scambiarsi conoscenze ed esperienze diverse».
La ricerca archeologica subacquea sistematica delle acque di Sipar è stata avviata nel 2022, su iniziativa della responsabile delle ricerche terrestri sulla omonima penisola, l’archeologa Branka Milošević Zakić. In quell’occasione, furono individuati due frangiflutti che proteggevano l’ingresso alla baia con al centro una sorta di isola artificiale. La presenza di una struttura rettangolare ha fatto ipotizzare l’esistenza di un faro, avviando le ricerche che nel 2023 hanno portato all’individuazione dei resti della nave medievale.